Anna Giorgi
Cronaca

Milano, l’inferno del Cpr di via Corelli. Indagini chiuse, verso il processo: “Malati lasciati senza cibo e cure”

Drammatici i filmati messi agli atti dell’inchiesta: una persona a terra urlava per il dolore. Dalle intercettazioni risulta che i responsabili non chiamavano i medici per non pagare le visite

L’inferno del Cpr di via Corelli

L’inferno del Cpr di via Corelli

Milano – Si profila una richiesta di processo per gli amministratori del Centro di permanenza rimpatri di via Corelli che, il 13 dicembre scorso, era stato di fatto commissariato col sequestro del ramo d’azienda della Martinina srl, società con sede a Salerno che lo gestiva. Le indagini per frode in pubbliche forniture e turbativa avevano fatto emergere, ai primi di dicembre con un’ispezione della Gdf, le condizioni "disumane" e "infernali" in cui vivevano i migranti, tra "cibo pieno di vermi", assenza di cure anche nei confronti di persone malate di tumore, mancanza di mediatori culturali e linguistici, uso costante di "psicofarmaci", letti e bagni fatiscenti, solo per citare alcuni fatti riscontrati nell’inchiesta condotta dal Nucleo di polizia economico finanziaria e coordinata dai pm Paolo Storari e Giovanna Cavalleri. I due amministratori di fatto e di diritto della srl, Alessandro Forlenza e Consiglia Caruso, e anche la Martinina è indagata per la legge sulla responsabilità amministrativa degli enti. Il Cpr, intanto, dopo la convalida del sequestro, è gestito ora da un amministratore giudiziario, il commercialista Giovanni Falconieri.

Drammatici i video che erano finiti agli atti dell’inchiesta: ce n’era uno, ad esempio, che mostrava una persona a terra nel piazzale di via Corelli appoggiata su una sorta di materasso di spugna, che emetteva gemiti di estrema sofferenza, ignorato da tutti. Un migrante, ad esempio, come si legge nell’avviso di chiusura indagini, "pur avendo il piede fratturato, non veniva visitato perché il gestore non voleva pagare la visita". Nel Cpr "senza medicinali", si legge ancora nelle carte, c’erano anche persone malate di tumore al cervello che non venivano curate.