REDAZIONE MILANO

L’infertilità in aumento: "Colpa di pesticidi smog, radiofrequenze"

Pasquale Bilotta, direttore del Centro Alma Res

Pasquale Bilotta direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res“

Pasquale Bilotta direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res“

Attenzione a tenere il cellulare in tasca se si vuole mettere al mondo un figlio. "L’esposizione alle radiazioni delle onde elettromagnetiche potrebbe esercitare effetti dannosi sulla spermatogenesi e la qualità degli ovuli. Il telefonino dovrebbe essere tenuto lontano dagli organi vitali, ossia cervello, cuore e organi riproduttivi. Meglio usare il vivavoce in auto o gli auricolari col filo", afferma Pasquale Bilotta, direttore del Centro Fecondazione Assistita “Alma Res“.

Il luminare, riflettendo sul problema della denatalità, suggerisce che fra le cause, oltre a quelle economiche, sono da annoverare le crescenti difficoltà di concepimento. "Secondo le stime dell’Istituto Superiore di Sanità, in Italia circa il 15% delle coppie è infertile, condizione che dipende in egual misura da entrambi i sessi".

Per quale motivo una coppia non è fertile?

"La causa primaria rimane quella fisiologica, legata all’avanzare dell’età della donna e dunque all’invecchiamento dell’ovulo. Dai 40 anni in poi la percentuale di fertilità media è il 20% rispetto a quella riscontrata a 25 anni. Poi ci sono fattori esterni che riducono la fertilità. Ad esempio pesticidi, smog e radiofrequenze. Altri elementi condizionanti sono ansia e stress, attività fisica estrema. La carne rossa è da limitare al massimo perché influisce in modo negativo sulla qualità delle cellule uovo e degli spermatozoi".

Oggi esistono però anche le tecniche di fecondazione artificiale che offrono la possibilità di procreazione anche a chi, solo qualche tempo fa, pensava di non poter avere figli.

"Stando ai dati più recenti dell’Iss, nel 2021 oltre 86.000 donne in Italia si sono sottoposte a trattamenti di fecondazione assistita. Dieci anni fa la Corte Costituzionale ha fatto decadere il divieto di fecondazione eterologa nel nostro Paese (cioè la fecondazione in cui uno o entrambi i gameti provengono da un donatore esterno alla coppia ndr). Prima la legge 40 che vietava le tecniche eterologhe costringeva ad andare all’estero migliaia di coppie. Oggi dunque possono essere utilizzate tecniche sia omologhe che eterologhe e il servizio è offerto dal Ssn, purché ne faccia richiesta una coppia stabile. Il nostro centro è stato fra i primi ad applicare le tecniche di fecondazione assistita: ma all’inizio degli anni Ottanta la percentuale di successo era fra il 6% e 8%, oggi se parliamo di una giovane sfiora il 50 per cento. Il Paese però continua ad essere diviso in due: i centri autorizzati sono circa 360 con una rete estesa soprattutto nel Nord Italia – la Lombardia è considerata regione d’eccellenza – e centro Italia. Da Roma in giù la situazione è radicalmente diversa, costringendo i pazienti al “turismo sanitario“. L’età conta molto: il tasso di successo scende al 15% per le donne over 40".

Poi ci sono le donne giovani che vogliono posticipare il desiderio di maternità e ricorrono alla crioconservazione degli ovociti.

"L’esempio di cosiddetti “vip“ ha fatto aumentare la richiesta di queste tecniche di preservazione della fertilità. Nel nostro centro lo scorso anno hanno fatto ricorso al “social freezing“ una cinquantina di pazienti da tutta Italia. Otto anni fa erano state solo sette. Ad oggi non è coperto dal servizio sanitario nazionale".

Annamaria Lazzari