L’informativa del 2020. Beretta e i suoi legami: "Ecco i primi contatti fra ultrà e ’ndrangheta"

Le intercettazioni nel “baretto“ e l’indagine bloccata dalla pandemia "Intimidazioni anche verso dirigenti del club e steward, modalità mafiose".

L’informativa del 2020. Beretta e i suoi legami: "Ecco i primi contatti fra ultrà e ’ndrangheta"

Le intercettazioni nel “baretto“ e l’indagine bloccata dalla pandemia "Intimidazioni anche verso dirigenti del club e steward, modalità mafiose".

di Andrea Gianni

MILANO

Era l’ottobre del 2020 quando la Digos, in un’informativa alla Procura, metteva nero su bianco la "sussistenza di un’associazione criminale all’interno della tifoseria ultras interista, con particolare riferimento ai soggetti che costituiscono il direttivo della Curva Nord". Le intercettazioni avevano documentato anche minacce e intimidazioni con una "logica di stampo mafioso", compariva il nome di un addetto alla vigilanza del parcheggio, "intimo amico" di Vittorio Boiocchi (lo storico capo della tifoseria ucciso il 29 ottobre del 2022), "legato a non meglio specificati clan della ’ndrangheta". Andrea Beretta, all’epoca vice capo della Curva "imposto direttamente da Boiocchi", veniva indicato come "l’elemento più socialmente pericoloso del sodalizio", con una "totale refrattarietà al rispetto delle leggi e delle regole in generale", oltre alla "sete di guadagni", alla "pratica di discipline di combattimento" e "indiscutibili doti carismatiche". Considerazioni al centro degli atti di un’inchiesta coordinata dal pm Leonardo Lesti, con Guido Salvini come gip, che per mesi ha scandagliato il mondo ultrà, prendendo le mosse dalla morte di Daniele “Dede“ Belardinelli, il tifoso 39enne travolto e ucciso da un’auto guidata da Fabio Manduca poco prima del match Inter-Napoli a San Siro.

Gli investigatori, nel 2019, piazzarono una cimice nel baretto della Curva Nord in piazzale Moratti, storico luogo di ritrovo degli ultrà. Poi arrivò la pandemia, che costrinse a uno stop attività investigative che stavano documentando legami, affari e infiltrazioni della ’ndrangheta nella tifoseria organizzata. Beretta e Boiocchi, emerge da uno dei decreti con cui il gip Salivini ha prorogato le intercettazioni nell’ambito dell’inchiesta, erano accomunati da "interessi illeciti che potrebbero essere legati alla criminalità organizzata", e Beretta risultava tra l’altro in contatto con l’ex giocatore del Genoa Giuseppe Sculli, "nipote del boss Giuseppe Morabito detto “U Tiradrittu“".

Nell’informativa della Digos, datata 20 ottobre 2020, venivano documentati anche i contatti fra Beretta e dirigenti dell’epoca della società nerazzurra, attraverso conversazioni da cui emerge il "potere intimidatorio della Curva" che spingerebbe la società a "sottostare ai voleri" per il timore di reazioni violente. Beretta era in grado di manovrare la Curva con "chiamate alle armi", per creare disordini anche con le forze dell’ordine in occasione della partite, o al contrario di calmare gli animi. Bastava il suo nome, e quello di Boiocchi, per intimidire, garantendo il controllo su una serie di affari illeciti spinto da una "sete di guadagni" insaziabile. Guadagni realizzati anche utilizzando "steward compiacenti, che per evitare problemi e temendo ritorsioni anche violente agevolavano l’accesso all’impianto sportivo di persone che non ne avevano titolo, i quali pagavano all’associazione una somma di danaro, che variava in considerazione dell’importanza dell’incontro".

Un controllo militare sugli accessi e sui biglietti, le mani sulla gestione dei parcheggi, la creazione della società benefica “We are Milano“ considerata "solo un’operazione di facciata utile a nascondere i reali scopi di lucro derivanti dal merchandising e da altre attività di vario genere". La costituzione di "gruppi di uomini scelti deputati all’attuazione di scontri con altre tifoserie o con le forze dell’ordine", attraverso "un vero e proprio addestramento". E Andrea Beretta compare, anche qui, come l’uomo forte, in ascesa, in grado di "interfacciarsi in prima persona con figure societarie e steward".