La scuola si interroga nell’era “post-ChatGpt“. In 4.200 – tra studenti, docenti ed esperti – si incontreranno fino a domani all’Arena ChorusLife di Bergamo per gli Stati Generali della Scuola Digitale, promossi dal Centro Studi Impara Digitale, con QN, Il Giorno, il Resto del Carlino, La Nazione e Luce! mediapartner dell’iniziativa. "Che non è un evento una tantum, ma un progetto di ricerca che continua tutto l’anno", sottolinea Dianora Bardi, presidente di Impara Digitale, che ha condotto l’indagine “Impariamo a scuola con l’AI“ dalla quale emerge che "solo il 6% degli studenti e l’11% dei docenti dice di conoscerla a fondo ma l’87% e il 69% ne fanno uso per scopi digitali", ricorda i numeri la sindaca di Bergamo, Elena Carnevali.
In apertura, a sorpresa, è arrivato anche un messaggio dal Vaticano, firmato dal cardinale Pietro Parolin, che porta l’apprezzamento di papa Francesco e il suo auspicio, anche in questi giorni complicati: "Favorire l’accesso sicuro dei minori a queste tecnologie, garantendo la loro crescita sana e serena", come pure "riscoprire il valore della fraternità e della cooperazione tra le diverse comunità scolastiche, quali vie maestre per affrontare le odierne sfide". Si riparte da qui, inquadrando opportunità e rischi con i relatori, tra i quali la sottosegretaria Paola Frassinetti, che fa il punto sugli investimenti in corso, sia sul fronte del sostegno psicologico nelle scuole, sia su quello dell’IA, ricordando che il rapporto docente-studente resta centrale.
Alla ChorusLife Arena si sperimentano le ultime frontiere dell’IA in campo educativo e gli studenti si confrontano su “La scuola che vorrei“, condividendo buone pratiche e proposte con Davide D’Amico, direttore generale per l’innovazione digitale, la semplificazione e la statistica. "Giusto che la scuola resti al passo e servono anche laboratori di smascheramento delle fake news, perché internet può essere il migliore amico ma pure fuorviante", spiega Francesco del liceo Filippo Lussana di Bergamo, il primo ad avere introdotto i tablet a scuola in tutta Italia, nel 2010, con la professoressa Bardi, allora pioniera di un caso studiato anche dall’Università Bocconi. Chiede più formazione per i professori la scuola D’Annunzio, arrivata da Pescara: "L’età media al di là della cattedra aumenta sempre più. I docenti devono essere formati per renderci più consapevoli anche nel campo dell’IA". Mette sull’attenti lo psicoterapeuta Alberto Pellai: "Il digitale così com’è entrato nella vita dei bambini e dei ragazzi non è stato una risorsa, ha provocato rischi. Un ripensamento è necessario". Si affronta il nodo etico con Enrico Panai, quello legislativo con Guido Scorza e Ranieri Razzante, quello economico con Carlo Cottarelli. A Tito Boeri, direttore del dipartimento di Economia della Bocconi, il compito di chiudere la prima giornata, incrociando istruzione e mercato del lavoro, "in una fase epocale": "Si fa fatica a trovare lavoratori. In questo contesto, con il calo demografico, è fondamentale usare al meglio il nostro capitale umano. Perdiamo tantissimi giovani nella scuola superiore e poi nella transizione verso il mercato del lavoro. Uno spreco che non possiamo permetterci. Bisogna investire nella formazione".