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L’inchiesta su Concorsopoli partita dall’ospedale Careggi di Firenze e per la quale 39 persone sono indagate, si allunga oltre i confini della Toscana: nomine e spartizioni di cattedre a tavolino riguarderebbere altre città, in testa Milano. Secondo le accuse, Marco Carini, ordinario di Urologia a Firenze, uno dei 39 indagati e dei 7 accusati di far parte di un’associazione per delinquere, ha cercato di sistemare i prescelti tramite un concorso a Milano: ecco che nell’indagine spuntano i nomi di Francesco Montorsi, direttore di Urologia al San Raffaele, e Stefano Centanni, ordinario all’Università Statale.
Per i pm, Montorsi si sarebbe accordato con Centanni e Carini "perché venissero bandite e pilotate, in ottica spartitoria, due posizioni di professore ordinario di Urologia all’Università di Milano per gli ospedali San Paolo e San Donato da destinare a vincitori predeterminati, impegnandosi a far ritirare la domanda a candidati sgraditi". Tra le centinaia di conversazioni captate dalla Finanza c’è quella di luglio tra Carini ed Eugenio Brunocilla, ordinario di Medicina a Bologna: quest’ultimo gli comunica di aver ricevuto un messaggio da Montorsi, che avrebbe voluto parlargli delle sue "vicende milanesi". A quel punto, Carini gli spiega di un "accordo del collegio (degli ordinari di urologia, ndr)" andato a monte: "Dobbiamo risolvere questo problema milanese".
L’interesse di Carini per Milano affiora in altri colloqui: ad agosto, invitato da un interlocutore a pensare alle cattedre, risponde: "Prima devo vedere un attimo di concludere Milano". Ad agosto rivela di aver ottenuto quanto desiderava: "È un anno che si discute per una cattedra in più a Milano, cosa che io ho ottenuto che ne facciano due. Ci sono due cattedre in più". Già a luglio, elencando sempre al telefono tutte le posizioni aperte in vari atenei, affermava: "Quello che ci dobbiamo attivare, quello che però detto è che chiaramente se vince Carini a Milano, eh la carta di par... di Carini non scompaia! Possa essere mantenuta anche quella carta, questo è il compito esatto, questa è la posizione". Carini sarebbe il tramite per uno "scambio di utilità" fra l’urologo veneto Angelo Porreca e Montorsi. "La sua idea è molto semplice - dice Porreca - anche se secondo me ha criticità. Lui dice: si va là, si fa la commissione, dopodiché si va da Montorsi gli si dice metti sul piatto un’alternativa a Pavia, subito, e noi facciamo finta di farti... e ti facciamo vincere cioè ti diamo l’onore e le armi! In contemporanea e con la stessa commissione. Se non la riesci a mettere sul piatto hai perso per sempre. Perché lui dice ‘il tuo ingresso deve essere un ingresso che per i prossimi anni mette concordia e non discordia, tu te lo meriti’".
L’iniziale comportamento di Montorsi non sarebbe stato gradito, tanto che viene definito "una minaccia fatta con una pistola scarica - dice Carini al collega Giampaolo Bianchi (di Modena) - fare minacce con le pistole scariche poi rischi che l’altro, non sapendo che è scarica, ti spara". Decisivi saranno gli interrogatori.