REDAZIONE MILANO

Lo schwa, l’asterisco oppure una semplice "u" Le proposte per rendere l’italiano più inclusivo

Scrittori e giornalisti hanno firmato una petizione contro lo schwa

La lingua italiana è da sempre in mutamento. Pensiamo a come è cambiata la nostra lingua nei secoli da Dante a Manzoni, tanto che adesso l’italiano ha adottato nuove parole, tra cui molte di origine straniera.

Un cambiamento proposto con forza negli ultimi tempi è quello di introdurre alla fine delle parole lo schwa (una e capovolta), l’asterisco o anche la lettera u, in sostituzione della desinenza per non utilizzare il genere maschile e femminile e per potersi riferire a un genere fluido, non binario.

Le tesi contrarie a questa introduzione più comuni riguardano il fatto che l’italiano diventerebbe una lingua impronunciabile (peggiorando la situazione di chi soffre di dislessia o di altre patologie neuroatipiche), inoltre secondo altri questi cambiamenti derivano solo dal cosiddetto politically correct, quindi da una forma di perbenismo formale. Inoltre verrebbero sostituite anche le desinenze femminili di parole indicanti professioni, per la cui acquisizione alcune linguiste, come Cecilia Robustelli, si sono battute.

È stata recentemente proposta e firmata da molti, principalmente scrittori, poeti, giornalisti, docenti e linguisti, "Pro lingua nostra", una petizione contro lo schwa: l’obiettivo è quello di arrivare a 25000 firme per cancellare la proposta di introduzione di questo segno, già inserito in alcuni verbali per un concorso universitario.