Lo sport aiuta a pensare bene, bocciati i videogiochi “action”

A dirlo un nuovo studio dell’università Bicocca condotto su 310 studenti milanesi delle superiori Luisa Girelli, docente di Neuropsicologia: l’attività fisica potenzia attenzione e rendimento a scuola

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Chi pensa che i propri figli debbano rinunciare allo sport affinché siano brillanti al liceo dovrebbe ricredersi. Uno studio del dipartimento di Psicologia di Milano-Bicocca pubblicato sulla rivista "Quarterly Journal of Experimental Psychology" dimostra infatti che gli adolescenti che praticano sport con regolarità sono più abili a mantenere l’attenzione per un tempo prolungato rispetto a chi non pratica sport. La seconda scoperta riguarda i videogiocatori d’azione la cui capacità di mantenere l’attenzione per lungo tempo risulta limitata. I ricercatori hanno prima intervistato un campione di 310 adolescenti. Tutti studenti di quattro scuole superiori di Milano, fra il primo e il quinto anno, sottoposti a un questionario sulle loro attività extrascolastiche. Il passaggio successivo è stato valutare, in modo dettagliato, la capacità di mantenere l’attenzione per un periodo prolungato di tempo in un sottogruppo di 76 soggetti, quasi tutti ragazzi, variabilmente coinvolti nella pratica sportiva e nei videogiochi di azione. Più precisamente del sottogruppo, 36 praticano sport due volte alla settimana, fra gli altri 40 c’è chi non pratica attività fisica e chi invece è impegnato in modo light e dilettantistico. Dei 76, 37 sono videogiocatori d’azione e 39 non lo sono.

I risultati dell’analisi hanno dimostrato una prima cosa: "Lo sport praticato in modo intensivo è lo strumento più efficace di potenziamento dell’attenzione" ha spiegato Luisa Girelli, docente di Neuropsicologia dello sviluppo di Milano-Bicocca e coautrice dello studio. Chi si allena almeno due volte alla settimana ha totalizzato i punteggi più alti nella sessione di compiti cognitivi a computer rispetto ai non sportivi.

I test hanno dimostrato che "la capacità di mantenere l’attenzione per lunghi periodi di tempo - la cosiddetta attenzione sostenuta - è invece limitata in coloro che utilizzano videogiochi d’azione, abituati a giocare intensamente, per almeno 30 minuti al giorno", sottolinea l’esperta. I videogames d’azione sono quelli che presentano situazioni imprevedibili ed eventi che sono carichi dal punto di vista visivo ed acustico. "Pongono molte richieste visuo-attentive e multi-sensoriali e richiedono una risposta eccezionalmente veloce al giocatore che deve selezionare ciò che è rilevante fra ciò che non lo è" chiarisce la professore Girelli. Le partite della Fifa in console sono un esempio di videogames d’azione mentre i giochi di strategia sono un tipico videogioco non d’azione. "I videogiocatori di strategia hanno una maggiore capacità di attenzione sostenuta rispetto a quelli d’azione" sottolinea la professoressa Girelli.

"Lo studio - ha aggiunto l’esperta - ha messo per la prima volta a diretto confronto lo sport e i videogiochi come strumenti di potenziamento attentivo. I risultati mostrano i benefici della pratica sportiva sulla capacità d’attenzione prolungata degli adolescenti e il costo dei videogiochi action sulla stessa abilità. Questi risultati suggeriscono come la tutela della pratica sportiva in adolescenza possa promuovere lo sviluppo di abilità cognitive trasversali rilevanti in moltissime attività quotidiane e cruciali per il successo scolastico".

La consapevolezza di quanto lo sport faccia bene alla mente è più diffusa in contesto anglosassone che in Italia: "Purtroppo. Invece la pratica sportiva è uno strumento di potenziamento dell’attenzione sostenuta, con benefici sul rendimento scolastico" conclude la professoressa Girelli.

Annamaria Lazzari