Milano - A ripulire la Loggia dei Mercanti, ieri mattina, ci hanno pensato i volontari dell’Anpi, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia. "Sulle stele dedicate a Primo Levi e Vittorio Foa erano stati attaccati dei manifesti pubblicitari, che abbiamo rimosso", racconta il presidente provinciale dell’Anpi, Roberto Cenati. Un paio d’ore dopo, da un’altra parte della città, la Fabbrica del Vapore di via Procaccini, il sindaco Giuseppe Sala, a margine del Festival In&Out, rispondeva ai cronisti sul problema del degrado all’interno della Loggia, monumento a cielo aperto dedicato alla Resistenza, e proponeva una soluzione drastica: "Bisogna capire se l’Anpi e chi è protagonista nella Loggia dei Mercanti ha la disponibilità a trovare una formula perché un po’ la si chiuda. Stiamo ragionando e probabilmente proporremo una soluzione che permetta di trovare qualche formula di protezione. Se no diventa difficile (tutelare la Loggia, ndr )". Già, ma la Sovrintendenza, quando l’architetto Cini Boeri aveva proposto di chiudere lo spazio con barriere trasparenti, si era opposta a questa soluzione. Sala lo sa bene e rilancia: "La Sovrintendenza ha criteri che corrispondono alla protezione degli immobili. Ma i beni vuoti muoiono. Non possiamo far morire certi spazi, ci vuole più flessibilità da parte della Sovrintendenza".
Il primo cittadino lancia l’idea delle barriere ma il progetto ancora non c’è. Dopo le parole di Sala, infatti, Cenati premette che "ancora non abbiamo parlato con il sindaco di una chiusura della Loggia" e poi aggiunge: "La soluzione giusta potrebbe essere una barriera a scomparsa che a un certo punto della sera, soprattutto nei weekend, viene tirata su per impedire l’accesso alla Loggia dei Mercanti e la mattina viene tirata giù per consentire ai cittadini interessati di visitare il luogo dedicato alla Liberazione". Resta il problema di come regolare e controllare l’uso diurno della Loggia, spesso utilizzata da milanesi e turisti per mangiare e bere seduti su quello che è il monumento alla Resistenza. "In attesa che si trovi una soluzione concordata anche con la Sovrintendenza sulla chiusura parziale – continua Cenati – noi dell’Anpi chiediamo che vengano realizzate tre misure. La prima: installare telecamere di videosorveglianza. La seconda: potenziare l’illuminazione, perché con poca luce, la sera, lo spazio diventa un luogo di rifugio. La terza: posizionare cartelli che spieghino ai cittadini il significato del luogo".
Una volta realizzate le tre misure per disincentivare chi intende bivaccare nella Loggia, si porrà il problema di come regolarne l’accesso. Sì, perché durante il giorno lo spazio, anche nel caso in cui la Sovrintendenza dovesse dare il suo via libera a una recinzione, dovrà avere uno o due varchi di accesso. "Varchi che – secondo Cenati – dovranno essere controllati da alcuni volontari, in modo tale da consentire di visitare la Loggia ma di non bivaccarci. I milanesi, i turisti e i gruppi di scolaresche interessati a conoscere il luogo storico, infatti, dovranno avere libero accesso a esso durante il giorno".