di Andrea Gianni
L’effetto delle indagini della Procura di Milano, che hanno messo sotto la lente colossi di logistica, vigilanza privata e grande distribuzione, è un tesoretto finito nelle casse dello Stato: un totale di oltre 480 milioni di euro come risarcimenti incassati dall’erario. Poi ci sono circa 14mila lavoratori assunti e, complessivamente, 70mila che hanno beneficiato di un aumento dello stipendio uscendo da una condizione di sfruttamento. Sono 15 le imprese, quasi tutte multinazionali, che hanno versato il dovuto al fisco: oltre 35 milioni sono arrivati da Dhl, 38 milioni da Gls, quasi 48 milioni da Esselunga, 146 milioni da Brt, oltre 86 milioni da Ups, per un totale di quasi mezzo miliardo di euro. Inoltre le società, annota la Procura, "hanno proceduto ad internalizzare i dipendenti, prima “in balia“ delle cooperative".
Un bilancio che emerge dall’ultima inchiesta della serie, messo nero su bianco nel decreto con cui è stato disposto un sequestro preventivo d’urgenza per frode fiscale per 83,9 milioni di euro a carico della filiale italiana di Gxo, multinazionale statunitense, con 130mila dipendenti in 27 Paesi, che utilizza anche droni e robot per le movimentazioni merci. Decreto eseguito dalla Guardia di finanza di Lodi, nell’ambito dell’inchiesta coordinata dal pm Paolo Storari, che ha messo sotto la lente anche il caporalato nei subappalti dell’alta moda. La Gxo Logistics Italy spa, con un fatturato nel 2022 di oltre 230 milioni di euro, scrive la Procura nel decreto, "acquisisce commesse nel settore della logistica con soggetti economici di primaria rilevanza", tra cui grandi imprese della moda e della distribuzione. Tuttavia, per svolgere i propri servizi, come emerso appunto in numerose altre indagini fotocopia, avrebbe usato i lavoratori avvalendosi di un "sistema piramidale", che si realizza su "tre livelli" di fornitori di manodopera, "attraverso la concatenazione di contratti di subappalto", con consorzi, cooperative e società "filtro" che svolgono la funzione di "serbatoi".
Lavoratori, spesso "interinali", come si legge negli atti, che formalmente lavoravano per queste società, mentre in realtà sarebbero stati utilizzati per i servizi di Gxo, senza avere contributi "previdenziali e assistenziali" e con un "sistematico sfruttamento", scrive il pm Storari che ha firmato il decreto con la collega Valentina Mondovì, degli operai, ma anche "ingentissimi danni all’erario". Il presunto meccanismo illecito, infatti, come negli altri casi, sarebbe stato realizzato con false fatture, per oltre 382 milioni di euro, ed evasione dell’Iva, tra il 2017 e il 2023. Sono indagati per frode fiscale due responsabili e legali rappresentanti della Gxo Logistics Italy e la stessa società per la responsabilità amministrativa. Gxo, per i pm, sarebbe stata "pienamente consapevole del fatto che presso i propri depositi lavora personale non solo alle dipendenze delle sue subappaltatrici", ma anche "personale alle dipendenze delle subappaltatrici di quest’ultime". Ed avrebbe saputo dei "travasi" di lavoratori da un "serbatoio" all’altro, come è emerso dai documenti e dagli scambi di email finiti sotto la lente della Procura. Una "transumanza" che potrebbe aver coinvolto oltre 6mila lavoratori.