Il 13 gennaio 2020 il 42enne Raffaele Ielpo, operaio caposquadra, stava lavorando nel cantiere della nuova M4, a 18 metri di profondità, per realizzare la stazione San Cristoforo, poco distante da piazza Tirana. Morì travolto da alcuni blocchi di terra e di pietre molto pesanti, che si staccarono dalla volta schiacciandogli il torace. Una fine terribile. Ielpo è stato l’unica vittima durante il cantiere della M4 e il Comune, che entro un mese inaugurerà l’ultimo tratto della nuova linea metropolitana, quello che va da San Babila al capolinea ovest a San Cristoforo, ha deciso di non dimenticare lo sfortunato operaio.
Certo, da subito il sindaco Giuseppe Sala, a nome dell’amministrazione, ha espresso dolore e vicinanza alla famiglia per il tragico incidente, ricordando la gravità della piaga delle morti sul lavoro. Ma Ielpo sarà ricordato con un atto ancor più concreto.
L’idea è dello scorso 14 maggio, quando la Giunta del Munincio 6 ha approvato una delibera in cui propone ha proposto di collocare una targa commemorativa per Raffaele Ielpo nel mezzanino della fermata San Cristoforo della M4, il luogo in cui l’operaio stava lavorando al momento del tragico incidente. La Giunta comunale ha accolto la proposta del “parlamentino“ e giovedì, nella prima seduta dell’esecutivo comunale dopo la pausa estiva, ha deciso che quella targa commemorativa in memoria di Ielpo nel mezzanino della Stazione San Cristoforo sarà collocato non appena la nuova linea del metrò sarà inaugurata. Un doveroso omaggio di Milano all’operaio caduto per realizzare la M4. Un incidente senza alcun colpevole. Così, almeno, ha sentenziato la giustizia.
Gli indagati per quella morte sul lavoro, originariamente, erano quattro. Una progettista uscì subito dal processo, perché fu accertata la sua totale estarneità ai fatti. I restanti tre indagati per quella morte sono stati tutti assolti dall’accusa di omicidio colposo lo scorso 2 febbraio. In precedenza erano stati rinviati a giudizio il datore di lavoro di Metro Blu scarl, il direttore e il coordinatore della sicurezza del cantiere. I consulenti del pubblico ministero avevano sostenuto durante il processo che le condizioni del sottosuolo riscontrate, di limo sabbioso, sarebbero state "certamente rare, ma comuque astrattamente prevedibili".
I consulenti della difesa, al contrario, avevano parlato di una "condizione geologica del tutto imprevedibile". Le conclusioni del giudice, invece, sostennero che "sebbene sul piano sostanziale un evento possa essere considerato prevedibile nonostante la sua verificazione sia rara, sotto il versante processuale, deve essere comunque raggiunta la prova certa che una pur rara frequenza statistica sia effettivamente sussistente". Di fatto quindi, il collegio giudicante stabilì che astrattamente la tragedia avrebbe potuto essere prevebile, ma non che non c’è la prova concreta di questa prevedibilità. Assolti quindi, tutti perché giuridicamente "il fatto non sussiste". La giustizia ha fatto il suo corso. In ogni caso, nella stazione San Cristoforo, la targa comunale ricorderà ai migliaia di passeggeri della nuova linea 4 che possono viaggiare su quei treni, da una parte all’altra della città, anche grazie al sacrificio di Raffaele Ielpo.
M.Min.