
Nello scontro tra le associazioni di categoria della sanità privata, che non hanno firmato il rinnovo del contratto nazionale scaduto da 14 anni, e i sindacati che hanno proclamato sciopero nazionale, per una volta si salvano i lavoratori del “comparto” (il personale non medico) del gruppo MultiMedica, quattro ospedali in Lombardia. Privato che lavora per la sanità pubblica ma non aderisce all’Aiop (Associazione italiana ospedalità privata) né all’Aris (sanità religiosa), le firmatarie della pre-intesa del 10 giugno che però non l’hanno ratificata entro il termine ultimo di giovedì. Mentre l’ha recepita "in controtendenza" proprio MultiMedica, fa sapere lo stesso gruppo annunciando anche che liquiderà, nella busta paga di luglio, un’una tantum da mille euro "riparatoria" per i primi sei mesi del 2020 nei quali i lavoratori non hanno ricevuto i 150 in più previsti dal nuovo contratto. "È il nostro modo di dire grazie – dice il direttore risorse umane Cesare Calcinati – per l’impegno profuso da infermieri, tecnici, ostetriche, ausiliari e amministrativi durante l’emergenza Covid19", quando il gruppo ha "gestito oltre cinquemila accessi ai pronto soccorso" di Sesto e della San Giuseppe "e un totale di 640 ricoverati".
Intanto le segreterie lombarde di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl si uniscono a quelle nazionali nell’attacco ad Aiop e Aris che, "dopo tre anni di trattative complicate, vengono meno agli impegni, mancando di rispetto a lavoratrici e lavoratori" che qualche mese fa "venivano applauditi dai balconi", e che "nelle assemblee avevano approvato il testo contrattuale". I segretari lombardi auspicano che la Regione riveda "il sistema degli accreditamenti" che "di fronte a certi atteggiamenti devono poter essere bloccati", ma chiedono prima di tutto che vincoli "alla firma definitiva del contratto" quell’"adeguamento delle tariffe" che la Conferenza Stato-Regioni si era resa disponibile a concedere alla sanità privata per coprire il 50% del costo del rinnovo. In realtà l’incertezza su questa copertura sarebbe alla base della marcia indietro di Aiop e Aris: il segretario della Lega lombarda Paolo Grimoldi e il presidente leghista della Commissione sanità del Pirellone Emanuele Monti puntano il dito contro "il veto di alcune Regioni", assicurando che "la Lombardia è pronta a stanziare le risorse necessarie all’adeguamento" che qui riguarda 26.825 lavoratori di 126 strutture aderenti ad Aiop e Aris, e vale 80 milioni di euro l’anno. Di cui 40 sarebbero a carico, in forma d’innalzamento dei rimborsi, della Regione che ha più da perdere da un eventuale stop dei privati; che pesano per il 40% della sua spesa sanitaria. Giulia Bonezzi