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Dentisti e tangenti, protesi non necessarie anche per i bambini: 5 arresti

Inchiesta in Lombardia. E per sviare l'indagini dossier sugli investigatori e ipotizzate minacce sulle mamme e sui bambini che stavano testimoniando

Milano, 31 maggio 2022  -  Protesi, accessori e manufatti ortodontici  in eccesso o non necessari destinati ai bambini ma anche trattamenti effettuati, per  aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell'ignaro paziente. Nuovo scandalo in Lombardia che coinvolge medici odontoiatri e dispendenti di aziende specializzate in forniture mediche. Una sorta di "Lady dentiera bis".

Presunte tangenti

Presunte tangenti su contratti per la fornitura di protesi  dentali e apparecchi per bambini. Per questo il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf ha arrestato due medici odontoiatri delle Asst di Milano e Lodi e tre dipendenti di una società specializzata nel settore. Nel provvedimento firmato dal gip Carlo Ottone De Marchi, su richiesta del pm milanese Paolo Storari, si contesta la corruzione. Per l'accusa i medici avrebbero percepito a partire dagli anni 90 una percentuale sulle forniture per un ammontare annuo tra 5mila e 8 mila euro in contanti. L'inchiesta ha anche documentato con immagini lo scambio del denaro. Sonoancora in corso perquisizioni nelle province di Milano, Monza Brianza, e Varese. 

 

Arersti domiciliari

 I finanzieri del Comando Provinciale di Milano, coordinati dalla locale procura della Repubblica, hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari emessa dal gip nei confronti di 5 persone, indagate per associazione a delinquere e corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio. Le investigazioni, che coinvolgono complessivamente 12 indagati, sono state svolte dal Nucleo di polizia economico-finanziaria della guardia di finanza di Milano.  Al centro delle indagini, fa sapere la guardia di finanza, "un ipotizzato sistema di corruttela, che si protrarrebbe già dagli anni '90 nell'ambito della produzione e distribuzione di manufatti odontoprotesici, perpetrato da un'azienda leader nel settore dell'odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici Aziende Ospedaliere pubbliche lombarde".

Il sistema

Secondo la ricostruzione dei finanzieri, "la società, nelle persone del legale rappresentante e di suoi fidati collaboratori e dipendenti, avrebbe intrattenuto accordi corruttivi con odontoiatri in servizio presso ambulatori pubblici i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici anche in eccesso e/o non necessari, maggiorando così i correlati prezzi poi direttamente pagati dall'inconsapevole paziente".  Da quanto emerso dalle indagini, "nell'ambito ortodonzia, il sistema illecito consisterebbe nel rilascio di una prescrizione medica per manufatti non necessari, non effettivamente impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati" mentre "nell'ambito protesi, verrebbero rilasciate prescrizioni mediche ove si indicano voci accessorie, non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell'ignaro paziente".

La stecca

 In cambio, secondo la guardia di finanza, "i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all'azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate" e i soldi sarebbero stati erogati "in contanti con consegne brevi manu o mediante sconti per i propri studi privati".

I dossier sui pm

Viene a galla anche una presunta attività di dossieraggio nei confronti del pm titolare dell'inchiesta e di alcuni investigatori della Gdf. Dalle intercettazioni riportate nell'ordinanza risulta, infatti, che Roberta Miccichè, legale rappresentante della azienda del settore Wisil Latoor srl, e Maurizio Cosentino, suo collaboratore, entrambi arrestati oggi, lo scorso marzo stavano "predisponendo una missiva da recapitare in una busta bianca a persona non meglio identificata, al cui interno hanno inserito i nominativi del pubblico ministero" Paolo Storari, titolare dell'indagine, e di alcuni "militari" che avevano eseguito delle perquisizioni, anche a carico della stessa Micciché. Allo stato, scrive il gip Carlo Ottone De Marchi, "le finalità di tali azioni risultano ignote", ma il giudice segnala che Micciché "nel tempo»"si è più volte "affidata a servizi di investigazioni privata" tanto per "questioni di natura personale" quanto per "questioni lavorative" chiedendo dei "dossier" a una società privata di investigazioni. "Io taglio qua e metto tutto in una busta e gliela mando", diceva Cosentino intercettato. E poco prima Micciché gli faceva presente: "se vuoi ti do anche il nome del pm Paolo Storari".

Testimoni minacciati

Dall'inchiesta  emerge un "fatto" particolarmente "inquietante", ossia che Roberta Miccichè, legale rappresentante dell'azienda del settore Wisil Latoor srl,, avrebbe voluto "intimidire i testimoni", anche "spaventando i figli e le loro madri", che avevano svelato davanti agli inquirenti il presunto "sistema" di corruzione. L'8 aprile scorso, infatti, intercettata e riferendosi ad ex dipendenti dell'azienda, i cui verbali sono contenuti nell'ordinanza, Micciché parlando con un'altra persona discuteva della "ipotesi di avvicinarsi con fare intimidatorio a una delle persone sentite" nelle indagini e «da loro identificate nonostante gli omissis presenti" in un decreto di perquisizione. "Perché non facciamo una bella delegazione e andiamo sotto casa?", diceva la responsabile dell'azienda. E ancora: "Poi i bambini usciranno dall'asilo, da scuola (...) i cuccioli almeno si possono spaventare però (...) Ai cuccioli non ci si fa del male però, però, si può spaventare la mamma".

Inchiesta della Regione

La Direzione Generale Welfare della Regione Lombardia ha comunicato "di aver immediatamente istituito una Commissione di indagine interna per ogni opportuno approfondimento" sull'inchiesta avviata dalla magistratura milanese circa presunte prescrizioni di protesi dentali inutili. Lo si legge in una nota attraverso la quale la Direzione Generale Welfare esprime anche "piena fiducia negli inquirenti ed assicura massima collaborazione per un rapido e completo accertamento dei fatti e delle responsabilità".