REDAZIONE MILANO

Lombardia Film Commission, in appello chiesto un lieve sconto di pena per l’elettricista di area Lega

L’accusa chiede 4 anni e 9 mesi per il bergamasco Francesco Barachetti coinvolto nel caso della compravendita del capannone di Cormano

Il capannone a Cormano comprato come sede della Lombardia Film Commission

Il capannone a Cormano comprato come sede della Lombardia Film Commission

Milano, 21 ottobre 2024 – Lombardia Film Commission, nel processo di appello all’imprenditore Francesco Barachetti, elettricista di Casnigo vicino alla Lega, l’accusa ha chiesto una pena leggermente minore rispetto a quella del primo grado. La sostituta pg di Milano Celestina Gravina ha chiesto 4 anni e 9 mesi, invece di 5 anni, per Barachetti, imputato per peculato e false fatture per il caso della compravendita del capannone di Cormano, nel Milanese, acquistato dalla Lombardia Film Commission, ente regionale, tra il 2017 e il 2018, con cui sarebbero stati drenati 800mila euro di fondi pubblici.

Per il caso Lfc sono già stati condannati in appello per peculato e turbativa Alberto Di Rubba, ex presidente della Fondazione e tesoriere della Lega, a 4 anni, 6 mesi e 20 giorni e Andrea Manzoni (a 3 anni), anche lui ex contabile per il Carroccio in Parlamento, a seguito delle indagini del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinate dall'aggiunto di Milano Eugenio Fusco e dal pm Stefano Civardi (ora aggiunto a Pavia).

In secondo grado per Barachetti la pg ha chiesto di confermare la condanna per peculato, ma di assolvere l'imputato dall'accusa di false fatture. L'imprenditore, elettricista di Casnigo (Bergamo), titolare di società di ristrutturazioni e che si occupò di quel capannone, in primo grado era stato condannato a versare 294mila euro alla Lombardia Film Commission, parte civile con l'avvocato Andrea Puccio, "entro 90 giorni" dal "passaggio in giudicato" del verdetto. E provvisionali di risarcimento da 20mila euro e 50mila euro rispettivamente al Comune di Milano, socio di Lfc e parte civile con l'avvocato Marco Dal Toso, e alla stessa fondazione. Le parti civili oggi hanno chiesto che i risarcimenti vengano confermati. La difesa parlerà il 12 novembre e a febbraio arriverà la sentenza. Per i giudici di primo grado, il "flusso anomalo di denaro" tra le società di Barachetti e quelle "del duo Di Rubba-Manzoni", avrebbe trovato "una spiegazione ben più credibile nella remunerazione dei due professionisti per la loro attività di intermediazione tra Barachetti e il 'mondo Lega', per conto del quale gestivano le spese". 

Nell'attesa che "si concluda il giudizio di appello e che la Corte assuma una decisione", la difesa, con l'avvocato Matteo Montaruli, "ha preso atto con estrema soddisfazione che la Procura Generale ha chiesto l'assoluzione di Francesco Barachetti dall'imputazione per 'false fatturazioni', perché il fatto non costituisce reato". Si tratta, aggiunge il legale, "della prima evidente crepa nella complessiva impostazione della pubblica accusa, essendo ormai chiaro a tutti che Francesco Barachetti ha eseguito a regola d'arte e nei tempi promessi i lavori di ristrutturazione richiesti per rendere l'immobile di Cormano conforme alle esigenze della Lombardia Film Commission; che non è stato gonfiato alcun costo ma, soprattutto, che le società hanno sempre versato nei termini di legge le imposte dovute all'Erario". Si tratta, prosegue la difesa, "di un passo importante verso la richiesta di assoluzione per tutte le imputazioni che verrà formulata al termine della discussione prevista il prossimo 12 novembre".