MILANO – Con le loro ricerche sull’immunoterapia hanno offerto una nuova "arma" per combattere il cancro, con risultati promettenti anche per quelle neoplasie che lasciavano, prima, pochissima speranza. Sono gli americani Steven A. Rosenberg e Carl H. June, pionieri dell’immunoterapia (in cui si utilizzano cellule naturali e riprogrammate geneticamente come potenziale "farmaco" contro il tumore) ad aggiudicarsi l’edizione 2023 del premio internazionale "Lombardia è Ricerca" che assegna un milione di euro alla migliore scoperta scientifica nell’ambito delle scienze della vita.
Il "Nobel lombardo", finanziato da Regione e assegnato da una giuria internazionale composta da 14 scienziati presieduta da Marco Emilio Bianchi, ordinario di Biologia molecolare dell’università San Raffaele di Milano, verrà consegnato l’8 novembre al Teatro alla Scala, per la Giornata della Ricerca, dedicata alla memoria dell’oncologo Umberto Veronesi. Come da regolamento, "anche quest’anno il 70% del premio dovrà essere investito in Lombardia e siamo certi che ne potranno beneficiare diversi nostri concittadini" ha precisato il governatore Attilio Fontana. Nei dettagli, Rosenberg, chirurgo e immunologo del National Institutes of Health nel Maryland, è stato il primo a usare cellule immunitarie per curare il melanoma, tumore della pelle per il quale all’epoca non esistevano terapie.
Le cellule furono estratte dai pazienti, fatte crescere in laboratorio e reinfuse nei malati assieme a un mediatore molecolare che induce l’attivazione delle difese cellulari antitumorali. Studi successivi dello stesso Rosenberg e di Carl June hanno segnato un passo avanti. June, che è oncologo e immunologo dell’università della Pennsylvania, è riuscito a modificare geneticamente i linfociti T, "soldati" immunitari che uccidono cellule infettate e tumorali, trasformandoli in Car-T, cellule chimeriche, che non esistono in natura, in grado di riconoscere e uccidere in modo selettivo le cellule tumorali. Con Car-T di nuova generazione c’è stata la remissione completa a pazienti affetti da leucemie e linfomi refrattari alle terapie standard. Nel 2017, in particolare, sono state approvate due terapie basate sulle cellule CAR-T, contro la leucemia linfoblastica acuta e il linfoma diffuso a grandi cellule B. Lo sviluppo futuro dell’immunoterapia sarà aumentare il repertorio di tumori aggredibili, raffinando la creazione di nuove cellule riprogrammate. "Poter fornire alle persone malate di tumore un motivo in più per sperare nella guarigione credo sia una delle notizie più belle che potremo comunicare durante la Giornata della Ricerca" ha detto l’assessore regionale alla Ricerca, Alessandro Fermi.