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Milano, 12 gennaio 2021 - Si fa sempre più rosso il futuro prossimo della Lombardia. A confermarlo è stato Attilio Fontana nel corso di un intervento a SkyTg24 nel quale si è concentrato in particolare sull’indice Rt, quello che misura la capacità di contagio del virus. «La scorsa settimana l’indice Rt ha avuto un improvviso innalzamento – ha fatto sapere il governatore lombardo –: abbiamo finito la settimana precedente a 1 e la scorsa settimana siamo passati a 1,24. Tenendo conto dei nuovi parametri introdotti dal Governo poco prima di Natale, ci stiamo avvicinando sicuramente alla zona rossa». Già, stando all’automatismo appena messo a punto dall’esecutivo nazionale, l’ingresso in zona rossa scatta quando l’indice Rt è pari o superiori a 1,25. Prima della stretta, invece, occorreva un indice pari all’1,5 per finire nel livello di rischio più alto di tutti. Da qui la conclusione del presidente della Regione. Che porta con sé una conclusione altrettanto ovvia: in caso di zona rossa dovranno rimanere chiuse le scuole di ogni ordine e grado, non più soltanto le scuole superiori.
Il problema, però, non è solo l’indice Rt. «Stiamo peggiorando in tutti i parametri – ammette Fontana –. La situazione deve essere monitorata e tenuta sotto controllo con grande attenzione. Mi auguro sempre che questi numeri si invertano, che l’indice Rt e quello dei ricoveri in ospedale si abbassino». In particolare quelli in terapia intensiva: ieri si contavano 462 persone, tre in più rispetto alle 24 ore precedenti. I ricoverati non in intensiva ammontano invece a 3.522 in tutta la Lombardia ma sono diminuiti di 76 unità rispetto a quanto risultava nel finesettimana. «Il mio – conclude il governatore lombardo – è un auspicio» e se così non dovesse essere, «la Lombardia entrerà in zona rossa».
Ieri è stato il giorno del confronto con l’esecutivo nazionale proprio in vista delle nuove misure. «Il Governo ci ha spiegato quali potrebbero essere le eventuali restrizioni da porre in essere nel prossimo Decreto» ha fatto sapere Fontana a metà mattinata, una volta terminato il vertice. Il riferimento è al divieto di spostarsi in una regione diversa da quella di residenza anche in zona gialla e il divieto di asporto dopo le 18 per i bar, ma non per i ristoranti. Misure che saranno valide a livello nazionale una volta approvato il nuovo decreto. Per concludere il presidente Fontana ha spiegato di non aver «chiesto – durante l’incontro con il Governo – la zona arancione per tutta Italia ma un criterio uguale per tutti che non insegua la suddivisione in zone» e che consenta alle imprese, alle famiglie e ai cittadini di organizzarsi per un tempo congruo senza doversi adeguare di volta in volta a cambiamenti settimanali. «Una linea di prudenza uguale per tutto il Paese – sottolinea ancora Fontana –. Un criterio unico consentirebbe di ristorare immediatamente tutte quelle attività che sarebbero costrette a rimanere chiuse per mesi e darebbe anche certezze sulla riapertura delle scuole». A proposito di ristori, «sono 45.912 le domande ricevute finora dalla Regione e per le quali sono già stati erogati i bonifici per un valore di 67,8 milioni di euro» fa sapere Palazzo Lombardia.