
L’ombra dei clan su furti d’auto e spaccio di coca
Le auto venivano rubate e rimesse in vendita dopo un appropriato maquillage. Con un obiettivo ben preciso: il ricavato veniva utilizzato per acquistare stupefacenti. È il meccanismo scoperto dai militari della Guardia di Finanza, che ieri hanno arrestato sei persone con le accuse di furto, ricettazione, riciclaggio e spaccio di droga. Stando a quanto ricostruito nell’indagine coordinata dai magistrati della Direzione distrettuale antimafia, i componenti del gruppo, sgominato dagli investigatori del Nucleo di polizia economico finanziaria, sarebbero "contigui" alle famiglie di ‘ndrangheta della locale di Corsico-Buccinasco, originarie della reggina Platì.
I furti delle auto, almeno dodici quelli accertati nel corso dell’inchiesta condotta dalle Fiamme gialle, servivano per avere risorse economiche da reinvestire appena possibile nell’acquisto di droga da smerciare al dettaglio. Le vetture erano reimmatricolate con un nuovo numero di telaio e rivendute ad acquirenti più o meno ignari della provenienza illecita dei veicoli commercializzati; le somme ricavate erano poi utilizzate per acquistare stupefacenti da spacciare su tutto il territorio nazionale. Nel corso dell’operazione, gli investigatori hanno due auto appena rubate, due chili tra cocaina e hashish e materiale da scasso, quasi certamente utilizzato dai membri della banda per forzare gli sportelli delle macchine ed entrarne in possesso.