REDAZIONE MILANO

Lotta con armi spuntate. Gli 11.019 indirizzi inibiti tornano con altri nomi

Il trucco per aggirare i massimali: metti uno zero in meno

Il tennista Matteo Gigante 23 anni sul gruppo WhatsApp formato da Fagioli con l’arbitro Piero Marinoni nel quale si accenna alla modalità di gioco «senza uno zero»

Il tennista Matteo Gigante 23 anni sul gruppo WhatsApp formato da Fagioli con l’arbitro Piero Marinoni nel quale si accenna alla modalità di gioco «senza uno zero»

I nomi si ripetono con diverse variazioni sul tema, con parole chiave come “sport“, “bet“ (in inglese scommessa), “play“, “casino“ e simili. L’ultimo elenco dei siti di gioco inibiti, pubblicato dall’Agenzia delle Dogane e Monopoli aggiornato allo scorso 13 marzo, conta 11.019 piattaforme che sono state bloccate in quanto non autorizzate. Piattaforme mangiasoldi che chiudono e riaprono con nomi simili, come emerge con una rapida navigazione online, dove attirano nuovi giocatori con bonus e incentivi a scommettere su eventi sportivi. Chi c’è dietro? Nella maggior parte dei casi società con sedi in paradisi fiscali, che incamerano un flusso di denaro senza fine.

De Giacomo e Frizzera, secondo le accuse, organizzavano le giocate su "siti illegali di scommesse e giochi" come Betsport22.com, Swapbet365.eu, Vipsport360.com, la piattaforma del poker online Texinho.com dove era possibile, tra l’altro, creare delle "stanze chiuse protette da password e decidere, nello stesso tempo, i partecipanti al gruppo di gioco". Piattaforme che, ora, risultano irraggiungibili. I bookmaker avevano anche escogitato il modo per aggirare i massimali dei siti legali di scommesse adottando la cosiddetta "procedura “senza uno zero“" ossia indicando importi minori per ciascuna puntata.

Il sistema architettato dal gruppo guidato dal 38enne De Giacomo, che dirigeva e coordinava tutte le attività connesse al gioco su piattaforme illecite e che gestiva sia una sala scommesse Snai a Milano di proprietà della madre e una nell’hinterland, era riuscito anche a bypassare il tetto posto alle giocate ufficiali. Cosa per per lui significava un ulteriore guadagno in quanto avrebbe pure ottenuto uno sgravio sulle commissioni. Tale modalità era ben nota agli altri giocatori come testimoniano alcune chat agli atti dell’indagine. De Giacomo aveva raccomandato a Nicolò Fagioli, che con Sandro Tonali aveva un ruolo anche di "collettore di scommettitori", di spiegare "la roba dello 0" anche agli altri. E poi sul gruppo WhatsApp formato da Fagioli, l’arbitro Piero Marinoni e il tennista Matteo Gigante viene fatto un cenno alla modalità di gioco "senza uno zero".

Marinoni avrebbe inoltrato sulla chat uno screenshot di una scommessa - senza nominare lo scommettitore - dicendo "considera che questo gioca senza 0 (…) quindi ha messo 5K per 270K". Infatti dalla scommessa si evince che l’importo scommesso è stato di 500 euro e quello dell’eventuale vincita sarebbe stato poco più di 27 mila euro. Quando pagavano i loro debiti di gioco fingendo di acquistare gioielli, Rolex e altri orologi di lusso, Tommaso De Giacomo proponeva inoltre ai calciatori di utilizzare i ‘like’ e i ‘follow’ sul profilo Instagram della gioielleria Elysium, per dare più credibilità alla messinscena.

Andrea Gianni