
Matteo Salvini e Luca Lucci alla festa per i 50 anni della Curva Sud del Milan nel 2018 all'Arena Civica
Milano, 15 aprile 2025 – "Quella famosa foto l'ha voluta fare Salvini, io mai avrei voluto farla, perché non ho mai avuto quelle idee politiche, sono sempre stato di sinistra e io alla festa non volevo nemmeno farlo entrare, ma poi ho dovuto".
È quanto avrebbe detto, in sostanza, oggi l'ex capo della curva milanista Luca Lucci in un passaggio del suo esame in aula, a porte chiuse nell'aula bunker del carcere San Vittore, che sta andando avanti da più udienze nel maxi procedimento milanese, con più filoni con rito abbreviato, sulle curve di San Siro.

Il resoconto
Lucci, in carcere da fine settembre dopo il maxi blitz, da quanto si è saputo, rispondendo anche oggi alle domande dei suoi legali, tra cui Jacopo Cappetta, ha fatto riferimento, davanti alla gup Rossana Mongiardo, anche a quella ormai nota fotografia, il 16 dicembre del 2018, assieme al vicepremier e all'epoca anche ministro dell'Interno Matteo Salvini, in occasione della festa per i 50 anni della curva Sud all'Arena civica di Milano. Il “Toro” ha sostenuto che lui non avrebbe voluto che Salvini partecipasse alla festa della Curva Sud milanista, dovendo la politica restare fuori dal mondo ultrà, ma che non aveva potuto dire no, stando alla sua versione, e nemmeno a quello scatto insieme. L'esame del capo ultrà Lucci, anche imputato di un tentato omicidio del 2019, oltre che di associazione per delinquere come capo della Sud, proseguirà il 9 maggio, quando anche il pm della Dda Paolo Storari, se la difesa avrà concluso, potrà fare domande.
La risposta della Lega
"Le parole del signor Lucci, che peraltro si dichiara di estrema sinistra – scrive la Lega in un comunicato – sono destituite di ogni fondamento. Matteo Salvini, che frequenta lo stadio di San Siro da quando era bambino, ignorava chi fosse il signor Lucci e lo incontrò per la prima e unica volta alla festa della Curva Sud Milano all'Arena, insieme ad altre migliaia di tifosi rossoneri. Se il ministro Salvini avesse saputo di chi si trattava, non avrebbe mai accettato né lo scatto fotografico né la stretta di mano con quel signore, che certo non rappresenta i milioni di tifosi rossoneri nel mondo", si legge in una nota emessa dallo staff del leader leghista.
La linea di Lucci
L’esame di Lucci è proseguito sulla falsariga dell'udienza del 27 marzo: l’ex leader della tifoseria organizzata rososnera ha continuato a difendersi dall'accusa di essere stato a capo di un'associazione per delinquere finalizzata ad aggressioni, violenze e affari. Il “Toro” ha continuato a sostenere che gli unici illeciti che ha commesso nella vita sono per fatti di droga, che confesserà e per i quali pagherà, ma che non hanno mai riguardato il suo ruolo di capo della Sud.
Il filone su Andrea Beretta
Oggi, intanto, in uno dei filoni del maxi procedimento davanti alla gup, quello che vede imputato con rito abbreviato l'ex capo ultrà interista Andrea Beretta per l'omicidio di Antonio Bellocco, esponente dell'omonima cosca di 'ndrangheta e nel direttivo della curva Nord, la giudice ha respinto una serie di questioni poste dai familiari della vittima. I legali di parte civile, tra cui l'ex pm Antonio Ingroia, hanno chiesto, infatti, che venissero contestate nell'omicidio anche le aggravanti della crudeltà e della premeditazione. E che il processo venisse separato dai restanti filoni e andasse in Corte d'Assise. Istanze tutte respinte. Il 9 maggio, come detto, si andrà avanti con l'esame di Lucci, saranno sentiti alcuni investigatori e ci saranno gli interrogatori di altri ultrà imputati.