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E' morto il regista Ronconi, il saluto di Milano: «Arrivederci Luca. Il tuo spirito vivrà sul palcoscenico»

Massimo De Francovich: "Dobbiamo sentirci un po’ orgogliosi d’essere nostro malgrado testimoni attivi della sua ultima fatica" di Nicola Palma LA SCHEDA - Chi era Luca Ronconi LE FOTO - La commemorazione al Piccolo / Ronconi, maestro innovatore

L'attore e regista Luca Ronconi (Ansa)

Milano, 23 febbraio 2015 - Un addio discreto. Senza clamore né bagni di folla. Niente camera ardente né funerali pubblici. Le esequie di Luca Ronconi si terranno lontano da Milano, in forma strettamente privata, come da sua espressa volontà: la cerimonia, officiata dal vescovo ausiliare di Perugia monsignor Paolo Giulietti, si svolgerà oggi pomeriggio alle 15 nella parrocchia di Civitella Benazzone, frazione del capoluogo umbro.

E sempre lì verrà sepolto il regista, nella cappella di famiglia accanto alla mamma e ad altre persone che gli sono state particolarmente care, tra cui l’assistente e compagna di lavoro Nunzi Gioseffi. Ronconi riposerà giusto a quattro chilometri dal casolare di Santa Cristina di Gubbio, che ospita dal 2002 il Centro teatrale fondato con Roberta Carlotto, vero e proprio punto di riferimento per i giovani attori del Terzo millennio. A dare l’ultimo saluto al genio scomparso sabato al Policlinico ci saranno gli amici di una vita, a cominciare dal direttore del Piccolo Sergio Escobar.

Intanto, continuano ad arrivare lettere per Ronconi, anche da teatri stranieri come l’Odéon di Parigi, spazio culturale «gemello» d’Oltralpe del Teatro d’Europa di largo Greppi. Dieci righe in stampatello da Robert «Bob» Wilson: «Il mondo ha perso uno dei più grandi, è stato un gigante». Di «immenso artista» parla lo svizzero Luc Bondy. Pure il pubblico lo sta omaggiando in queste ore, lasciando messaggi di ringraziamento sui libri lasciati all’ingresso delle tre sedi del Piccolo: c’è chi si limita a scrivere «Grazie maestro!» e chi si lascia andare a riflessioni sui capolavori messi in scena da Ronconi. «Non ti ho mai incontrato ma oggi ti ho conosciuto», l’affetto spontaneo di una signora. E un bambino disegna semplicemente un fiore. 

Per tutti, vale la frase di Andrea: «Ci mancherai, ma ti rivedremo ogni sera, ogni volta che sarà necessario, sul palco del Piccolo e di tutti i teatri d’Italia che vorranno ospitarti». Lo rivedremo fino al 15 marzo al Teatro Grassi nei movimenti e nelle parole degli attori di Lehman Trilogy: «Dobbiamo sentirci un po’ orgogliosi di essere nostro malgrado testimoni attivi dell’ultima, bellissima fatica di Luca Ronconi», ha ricordato domenica il decano Massimo De Francovich prima dell’inizio dello spettacolo. E lo rivedremo ancora domenica 8 marzo, quando ancora in via Rovello 2 verranno proiettate su grande schermo (dalle 20 in avanti) le immagini dei suoi spettacoli, più alcuni video-documenti sul lavoro portato avanti alla Scuola del Piccolo Teatro e al Centro Teatrale Santa Cristina. E lo rivedremo pure il giorno dopo per una maratona di testimonianze dei colleghi più cari, che racconteranno agli appassionati le loro esperienze di lavoro con Ronconi: al Piccolo stanno raccogliendo decine di adesioni, nessuno vuole mancare all’appuntamento. Insomma, un lungo addio. Anzi un arrivederci sul palco. Perché, come ha scritto ieri a Escobar il regista inglese Declan Donnellan, «il suo spirito continuerà a vivere».