Luca Ruffino non era affetto da nessuna malattia grave. Nessun tumore, stando alle voci che si erano diffuse in questi ultimi giorni, e nemmeno qualche altra malattia che potesse avergli causato una depressione. È questo uno dei primi esiti dell’autopsia svolta stamane sul corpo del presidente di Visibilia morto suicida.
I quesiti posti dai pm Giuseppina Gravina e Daniela Bartolucci ai medici legali riguardano anche l’orario preciso della morte di Luca Ruffino che si è sparato sabato sera, con la sua pistola, regolarmente detenuta, nel suo appartamento di via Spadolini, a pochi passi dall’università Bocconi. I figli Mattia e Mirko, quest’ultimo da pochi mesi nel cda di Sif Italia, hanno rinunciato a nominare un perito di parte che assista all’esame autoptico.
"Non lo abbiamo nominato – spiega l’avvocato della famiglia Ruffino, Fabio Re Ferrè – perché abbiamo piena fiducia nella scrupolosità con cui siamo sicuri agirà la Procura”. La relazione finale dei medici legali finirà nel fascicolo aperto per “istigazione al suicidio”, insieme all’esito egli accertamenti che nelle prossime settimane verranno condotte sui computer, cellulari e chiavette in uso al manager, dopo che in questi giorni verranno fatte copie forensi dei contenuti.
Lì si cercherà un eventuale riscontro all’ipotesi della “istigazione al suicidio”, perché come hanno ricordato i pm che stanno indagando, il loro compito è solo quello di capire se dietro quella morte, aldilà della modalità con cui è avvenuta, ci sia un reato perseguibile. Negli altri biglietti ritrovati nella camera da letto, dove Ruffino giaceva a terra con la pistola ancora in pugno, chiedeva scusa a tutti: “Ho accumulato tensioni e sofferenze che hanno saturato i miei spazi. Vi chiedo scusa”, è scritto in uno dei messaggi.