ANNA GIORGI
Cronaca

Morte di Luca Salvadori: perché il papà ha deciso di fare causa agli organizzatori della gara fatale

In un video-denuncia pubblicato su YouTube il genitore del pilota scomparso lo scorso settembre mentre correva in Germania ricostruisce l’incidente e attacca allestimento della pista e soccorsi

La commemorazione di Luca Salvadori (nella foto in alto) a Imola a fine settembre

La commemorazione di Luca Salvadori (nella foto in alto) a Imola a fine settembre

Milano, 2 gennaio 2025 – In un video su Youtube Maurizio Salvadori, padre di Luca, il pilota 32enne deceduto lo scorso settembre mentre gareggiava a Frohburg, in Germania, in una gara di superbike dell’International Road Race Championship, annuncia una battaglia legale nei confronti degli organizzatori della corsa motociclistica.

Alla base della scelta, la convinzione che quell’incidente, avvenuto il 14 settembre del 2024 e costato la vita al figlio, potesse essere evitato. E Salvadori, noto produttore musicale e patron del team automobilistico Tridente, lo sostiene con tanto di ricostruzione animata dell’impatto avvenuto sul circuito tedesco Frohburg Dreiek. Salvadori dal giorno della tragedia che gli ha portato via il figlio è impegnato non solo a tenere viva la sua memoria, ma anche a garantire i livelli di sicurezza nella corse motoristiche.

Il video su YouTube

Nel video postato su YouTube, ricostruendo la dinamica dell’incidente causato dalla caduta di un altro pilota, Salvadori punta il dito contro le barriere protettive che, se fossero state diverse e più sicure, come avrebbero dovuto essere, avrebbero potuto a suo dire salvare il figlio e, invece, sono volate via proprio al momento dell’impatto. In pochi secondi lo schianto della moto, nella ricostruzione, ha aperto un varco verso le retrostanti balle di fieno contro cui suo figlio Luca è andato a sbattere a una velocità di 100 chilometri orari.

In un video postato su Youtube sul canale del figlio, che può contare su oltre 600mila iscritti, il padre spiega: “Bastava porre le protezioni in verticale, parallele alla pista, per evitare la tragedia”.

Critica a organizzatori e soccorritori

Salvadori attacca anche gli organizzatori e i soccorritori, che subito dopo l’incidente hanno avuto un comportamento a suo dire gravissimo: “L’unica loro preoccupazione era ripristinare la pista per riprendere la corsa il più presto possibile”.

E si chiede: “Perché le protezioni non erano assicurate al terreno?”, sostenendo che le stesse non erano omologate e normalmente quelle protezioni vengono utilizzate per la gare ciclistiche. Ancora le domande: “E la balle di fieno? Sono vietate da anni”. Ma non è tutto.

Le riprese della telecamera

La telecamera della moto di Luca ha continuato a funzionare anche dopo l’incidente registrando i dialoghi dei soccorritori e la comunicazioni della direzione gara, da cui si evince che gli stessi hanno considerato l’incidente, quasi come un evento “di routine“.

Racconta ancora Salvadori un particolare drammatico, anche umanamente. “Nell’interrogatorio di rito con la polizia – dice – uno degli organizzatori, definendo superfluo l’intervento delle forze dell’ordine, ha definito ‘fatto di normale amministrazione' l’incidente mortale di Luca. Persone così devono essere allontanate da ruoli di responsabilità della gare”.

Salvadori porterà quindi in tribunale gli organizzatori della manifestazione: “Mi risulta che sia la prima volta che in caso di incidente mortale venga intentata una causa, è un percorso lungo, difficoltoso e molto costoso. Ma è mio dovere farlo. Deve cambiare qualcosa perché certe cose non succedano più”.

Continuano, intanto, le iniziative per tenere vivo il ricordo di Luca Salvadori: all’interno dalla factory di Trident Motorsport a Ossona, in provincia di Milano, verrà allestito uno spazio aperto a tutti con i cimeli del pilota: casco, tute, coppe e la moto dell’incidente ricostruita.