Milano – Terza custodia cautelare in carcere (dove peraltro già si trova, a Voghera) nell’arco di due mesi, per il capo ultrà del Milan, Luca Lucci. Che questa volta è accusato, "quanto meno quale mandate", del tentato omicidio di Enzo Anghinelli, avvenuto il 12 aprile 2019 a Milano. Lucci era indagato a piede libero mentre uno dei due presunti autori dell'agguato a mano armata, Daniele Cataldo, era stato sottoposto il 17 ottobre 2024 a fermo di indiziato di delitto dalla Squadra mobile di Milano.
Dopo la conferma del Tribunale del Riesame della misura cautelare del 50enne, vicino a Lucci, i pm della Dda Paolo Storari, Sara Ombra e il collega Leonardo Lesti hanno chiesto e ottenuto dal gip Domenico Santoro lo stesso provvedimento anche per il leader della Curva Sud Milano.
I precedenti arresti
Luca Lucci era già stato arrestato il 30 settembre scorso nell'inchiesta della Dda di Milano sulle curve di San Siro con l'imputazione di associazione per delinquere finalizzata ad una serie di aggressioni ed estorsioni. Poi era stato raggiunto da un’altra misura cautelare il 18 novembre in un'indagine su un maxi traffico di droga. E ora la terza, per la tentata uccisione di Anghinelli, che venne gravemente ferito a colpi di pistola alla testa in via Cadore, zona Porta Romana, il 12 aprile di cinque anni fa e si salvò per miracolo.
Il tentato omicidio di Anghinelli
Come detto, il 17 ottobre era stato già fermato Daniele Cataldo, 52 anni, ritenuto il "vice" di Lucci. E già si era saputo che, nell'ambito dei nuovi accertamenti sul 'cold case', il capo ultrà rossonero, 43 anni e detto "la belva", era indagato per il tentato omicidio in qualità di presunto mandante.
Durante l'interrogatorio, Cataldo aveva negato di essere uno dei due uomini in sella allo scooter dal quale partirono i colpi. Un agguato che, secondo le indagini, sarebbe maturato nell'ambito di "uno scontro per il controllo della Curva Sud" e per certificare la volontà di "supremazia" conquistata dal 2016 da Luca Lucci, che stava portando avanti una "guerra" contro un altro gruppo di ultrà milanisti, i Black Devil, capeggiati da Domenico Vottari, a cui era legato Anghinelli.
I legami con la ‘ndrangheta
I "contatti" tra "esponenti della Curva Sud" e "ambienti della criminalità organizzata calabrese" dimostrano un "progressivo avvicinamento tra delinquenza da stadio e 'ndrangheta, che lascia pensare a sviluppi preoccupanti" e che conferma la "estrema pericolosità" del gruppo "capeggiato" da Luca Lucci, che può "avvalersi di legami di così rilevante spessore". Lo scrive il gip di Milano Domenico Santoro nell'ordinanza, notificata oggi dalla Squadra mobile milanese nell'inchiesta dei pm Storari e Ombra, con cui è stato disposto il carcere per il capo ultrà rossonero, già detenuto da fine settembre, e stavolta per l'accusa il tentato omicidio del 2019 di Enzo Anghinelli, anche lui ultrà milanista. Per il giudice, come si legge nella parte del provvedimento sulle esigenze cautelari, Lucci è diventato un "vero e proprio padrone" di quel "territorio", ossia dello stadio di San Siro, e ha creato negli anni un "clima di intimidazione e assoggettamento". Sarebbe riuscito anche ad entrare "in contesti forieri di sempre maggiori introiti economici avvalendosi" della sua "fama criminale".