SIMONA BALLATORE
Cronaca

Luci a San Siro. Cure legali gratuite centri di ricerca e arte: università sul campo

Billari: "Due mondi in un quartiere, l’emblema della sfida milanese". Architetti, urbanisti e giuristi per rigenerare l’area insieme agli abitanti. Più progetti per adolescenti e giovani adulti, agganciati dai coetanei.

Luci a San Siro. Cure legali gratuite centri di ricerca e arte: università sul campo

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Pedagogisti, urbanisti, architetti, giuristi e studenti a San Siro: così le università milanesi stanno mettendo in campo le loro diverse competenze per la città, con interventi specifici sui quartieri. Si parte dalla fotografia: "Milano pur essendo un Comune piccolo ma compatto ha differenze molto significative al suo interno anche per la distribuzione della popolazione – inquadra il territorio, con la lente della demografia, il rettore della Bocconi, Francesco Billari – con quote che raggiungono il 70% della presenza di stranieri per esempio all’Ortica, ben oltre la media cittadina del 20%". Sempre secondo il Social Inclusion Lab di Bocconi, è il Gallaratese per esempio il quartiere con la percentuale di over 65 più alta. In questo quadro "San Siro è una zona interessante – prosegue Billari –: da un lato del tram c’è il quartiere popolare, dall’altro lato del tram la zona ricca. Esprime un po’ quello che siamo abituati a pensare delle città americane, con una linea che delimita zone socialmente molto distinte tra loro. E questo rappresenta una sfida importante". L’emblema di Milano, insomma.

Un quartiere giovane, multietnico, ricco di complessità - a partire dal tema dell’abitare - e anche di associazioni, che sono state messe in rete per cercare di trovare soluzioni. Sono nate le antenne del Politecnico: l’OffCampus San Siro è stato aperto nel 2013 con diverse linee di ricerca. È attiva dal 2019 in via Gigante la clinica legale curata da Bocconi, ci sono progetti storici, ai quali ha dato una spinta in più - a partire dal luglio 2021 - la Prefettura di Milano, capofila di un progetto interistituzionale e di un protocollo firmato con Comune, Regione e Aler per la rigenerazione di San Siro, anche in risposta ai fatti di piazza Selinunte del 10 aprile 2021. Quel giorno 300 giovani - che si erano radunati dopo l’appello lanciato sui social da un rapper locale per la registrazione di un video - avevano reagito con violenza (sassi, bastoni e bottiglie) contro le forze dell’ordine. Di qui - e preso atto del disagio giovanile, delle richieste del territorio, ma anche delle risorse presenti a San Siro - è nato un patto con Politecnico, Bocconi e Bicocca: “Fami - Reinventare la cittadinanza“, che vede la regia e il monitoraggio sempre della Prefettura, e ha un obiettivo: lavorare sulla capacitazione degli attori che vivono a San Siro. Il coordinamento scientifico è stato affidato al Politecnico, che ha dato il via - grazie alla collaborazione attiva del Comune e di Prefettura - a un percorso di formazione rivolto a operatori e dipendenti delle istituzioni pubbliche, insieme a “Itinerari Paralleli“. Si rafforza la rete di quartiere delle associazioni di terzo settore, che saranno protagoniste della prossima fase. E si costruisce una narrazione diversa, dando spazi di auto-rappresentazione ai ragazzi. "Si lavora soprattutto sulla fascia degli adolescenti e dei giovani adulti – spiegano dall’OffCampus del Politecnico –, la fascia in cui c’è più distanza con gli adulti ma non solo. È quella in cui si nota una maggiore carenza di servizi educativi. Mentre le scuole elementari e medie sono più presidiate, si fa fatica ad agganciare i più grandi". In questi mesi sono nati progetti di coinvolgimento, come “Manifesti futuri” con i lavori di auto-narrazione dei giovani; 20 ritratti sono tuttora in mostra, frutto del progetto “San Siro. Volti e voci del futuro” condotto da Marco Ferrario“; un corso peer to peer di coding è stato organizzato dall’associazione giovanile Tech7 e da giovani di San Siro che volevano attivarsi per altri giovani, portando competenze. Tra progetti visivi e cortometraggi, c’è pure un video trap, che racconta le aspettative dei giovani. E le studentesse del Politecnico continuano a tenere un doposcuola, affiancando altre ragazze nello studio e promuovendo l’empowerment femminile. "C’è un passaggio di testimone – sottolineano dal Politecnico –: noi continuiamo a esserci, ma sono le associazioni e le persone attive sul territorio a prendere in mano la situazione. La rete si rafforza: è questo il lascito più grande".