Milano - Inizierà il 12 luglio il processo davanti alla corte di Assise di Milano nel quale Lucia Finetti si deve difendere dall’accusa dell’omicidio volontario del marito Roberto Iannello, aggravato dalla premeditazione e di averlo commesso il 12 giugno 2021 ai danni del coniuge. La donna di 53 anni e’ stata rinviata a giudizio dal gup Fabrizio Filice, su richiesta del pm Francesca Gentilini.
Nell’udienza preliminare, Finetti, difesa dall’avvocato Luca Spizzico, ha provato a giocarsi la carta processuale dell’eccesso colposo di legittima difesa e in subordine di fare cadere la premeditazione. L’aggravante, accolta dal gip Sara Cipolla in sede di convalida del fermo, non era stata riconosciuta dal tribunale del Riesame.
“Non ricordo nulla, ero sotto choc”, aveva spiegato la donna nell’unico interrogatorio in cui ha rilasciato dichiarazioni, aggiungendo di aver eventualmente “agito per legittima difesa perche’ lui era furioso per una questione di soldi”. Stando alle indagini dei carabinieri, Finetti e Iannello in fase di separazione si sarebbero incontrati in via Amantea per un lezione di guida.
La donna infatti aveva la patente ma non guidava da anni e aveva chiesto al marito di aiutarla a riprendere confidenza con la guida. Durante la lezione, i due avrebbero avuto una lite furiosa per questioni di soldi. Poi la donna avrebbe inferto quattro coltellate al marito, colpendolo due volte alla gola. Finetti era stata poi bloccata in via Cividale del Friuli, in stato confusionale, con vestiti intrisi di sangue e una profonda ferita alla mano.