NATHALIE GOITOM
Cronaca

Ludmilla Radchenko: "Milano ha svegliato la mia creatività"

Un passato in tv e un presente a stretto contatto con la pittura

COLORI Ludmilla Radchenko in alto con una delle opere di «Sense Therapy» nate dalla collaborazione con Fiorucci; a sinistra in «divisa» da lavoro

Milano, 2 aprile 2017 - Siberiana d’origine ma milanese d’adozione. Ludmilla Radchenko ne ha fatta di strada, dai disegni sui muri di Omsk alle tele del suo laboratorio in zona NoLo (area ricca di artisti e in continua evoluzione). Un passato in tv e un presente a stretto contatto con la pittura. Ha realizzato, tra l’altro, opere su commissione per personaggi come il cantante Jamiroquai, i campioni di Formula 1 Sebastian Vettel e di moto GP Jorge Lorenzo; nel mondo della moda ha lanciato il marchio “Siberian soup FullArt” , foulard realizzati trasferendo le sue opere su tessuti pregiati. Ludmilla è una donna decisa, anticonformista e metropolitana. La sua pop art ironizza, evidenzia o semplicemente racconta una storia, dove Milano diventa la «sveglia creativa per il mio cervello».

Come ti sei avvicinata all’arte e a cosa ti ispiri mentre dipingi?

«L’arte è stata nel mio dna, fin da bambina. Nel 1999 mi sono diplomata in Fashion Design, coltivando da sempre la mia più grande passione: la pittura. Essere nata in un Paese grigio e freddo come la Siberia, dove il consumismo non era concepito, mi ha portata ad ispirarmi alla pop art. Colori sgargianti, sprazzi di quotidianità alternati a immagini surreali. Tutto quello che percepisco lo riverso su tela, pezzi d’arredo o su tessuti pregiati come cashmere e seta».

Milano è d’aiuto per la tua creatività?

«Milano ha giocato un ruolo fondamentale per la mia crescita professionale. Città eclettica, capitale della moda e della pubblicità. È casa mia e amo vivere in una metropoli sì competitiva, ma estremamente energica. Una città in continua evoluzione che non si ferma mai, fucina di idee e fonte di ispirazione le mie opere».

C’è un luogo della città al quale sei più legata?

«Più di uno. La Milano da bere dei Navigli, il verde del Parco Sempione dove trascorro del tempo con mia figlia e piazza Gae Aulenti, uno dei luoghi simbolo della Milano che cambia e che guarda al futuro».

Cosa non ti piace?

«Traffico e smog».

Un artista milanese che hai nel cuore?

«Elio Fiorucci. Un innovatore, un artista con la A maiuscola con il quale ho avuto la fortuna di collaborare. Mi ripeteva sempre: “Tu credi tanto nella tua arte che tutto l’universo cospira a favore dei tuoi obiettivi”».

Con lui hai dato vita a un progetto speciale, trasformando la celebre linea “Love Therapy” in “Sense Therapy”, trasportando su tela i cinque sensi con gli iconici gnomi di Fiorucci: Olfattucci, Vistucci, Tattucci, Gustucci e Uditucci. Quest’ultimo custodito gelosamente nella tua collezione privata.

«Con Uditucci ho voluto comunicare un messaggio positivo, di integrazione. Dove le minacce, le paure e le difficoltà della vita reale si trasformano in speranza per il futuro. Ecco, Elio credeva molto nel futuro, nel suo Paese e nella sua città».

Per la carriera da pittrice, il tuo passato in tv è stato un ostacolo o un vantaggio?

«Principalmente un ostacolo. Ho dovuto combattere il doppio, rispetto ad altri, contro il pregiudizio perché l’etichetta di ex letterina di Passaparola era difficile da togliere. Ho preso sul serio la mia passione per l’arte, trasformandola con impegno e dedizione nel lavoro che amo e che ho sempre sognato di fare».

Che rapporto hai con la tv?

«Distaccato. Purtroppo in molti programmi tv regna la superficialità. La trovo trash, senza contenuti, la verità e la crescita umana vengono trascurate».

A riconciliarti con la televisione italiana ci pensa Matteo Viviani, conduttore e inviato del noto programma ‘Le Iene’, nonché tuo marito e padre della tua bimba e di un maschietto in arrivo.

«Per fortuna il ruolo in tv di mio marito mi risolleva il morale. Le Iene è uno dei pochi programmi tv che aiutano a smascherare truffe, abusi e ingiustizie. Sono felice di avere al mio fianco una persona che attraverso il suo lavoro contribuisce a migliorare l’Italia».