La famiglia ieri mattina in via Antonini era quasi al completo. Quasi, perché all’appello mancavano i loro due gatti, di 8 e 10 anni: "Sono ricoverati in una clinica veterinaria perché hanno respirato talmente tanto fumo da rimanerne intossicati" spiega Serena Zorino. "Ma non posso descrivere la mia gioia quando i vigili del fuoco me li hanno consegnati, quando ho capito che nonostante tutto si erano salvati, erano vivi". Per la piacevole scoperta ci sono volute 24 ore di attesa: "Ce li hanno riportati lunedì pomeriggio – racconta Roberto Cossu, marito di Serena –, dopo un primo sopralluogo che aveva dato esito negativo".
Quasi al completo, la famiglia, perché con Serena e con Roberto, quando li incontriamo, c’è solo uno dei loro tre figli, c’è solo Gloria. "Per loro è importante poter restare in questo quartiere, perché qui hanno la scuola e le loro attività" spiegano i genitori. "Noi siamo ospiti in casa di una mia zia, qui vicino per fortuna" fa sapere Roberto. Il loro appartamento, quello andato a fuoco nell’incendio di domenica pomeriggio, è al settimo piano. "Pur di vivere a Milano, anziché andare nell’hinterland, abbiamo rinunciato ad una stanza in più – spiega Roberto –. Qui in via Antonini abbiamo lasciato la camera da letto ai nostri figli ed io e mia moglie dormivamo in soggiorno, su un divano letto. Io – sottolinea Roberto – sono un operaio semplice, lavoro tramite cooperativa". "Io – aggiunge, a domanda, Serena – faccio l’impiegata in un’azienda di smaltimento di rifiuti speciali". La conclusione viene da sé: "Siamo una famiglia normale, una famiglia semplice. Tutto quello che avevamo era dentro quel palazzo, dentro quell’appartamento". "Oggi – spiega Roberto – non avrei i soldi per un altro mutuo. Questo non è solo il palazzo di Mahmoud o il palazzo dei vip o dei ricchi, come alcuni hanno detto. Ci sono anche famiglie normali, famiglie come la nostra". Un fatto ribadito anche da altri inquilini ieri mattina.
"Domenica pomeriggio stavo stendendo quando le fiamme hanno iniziato a divampare nel palazzo – racconta Serena –. A darmi l’allarme è stato un poliziotto che si sbracciava giù al pianterreno facendomi segno di scendere. A quel punto ho capito che stava accadendo qualcosa ma non sapevo ancora cosa. Ad ogni modo, sono uscita dall’appartamento e mi sono infilata in ascensore per scendere giù al pianterreno. È stato in ascensore che ho incontrato altri inquilini e ho sapito da loro esattamente che cosa stesse accadendo. I ragazzi erano fuori casa, per fortuna, così, una volta scesa giù sono subito risalita per recuperare almeno lo zaino con i documenti. E quando sono risalita ho fatto caso alla sirena anti-incendio presente sul pianerottolo: non emetteva suoni, non lampeggiava, nonostante le fiamme".
Giambattista Anastasio