Milano – I volti di bambini concentrati mentre suonano uno strumento. Le statue che suggeriscono l’eternità al cimitero Monumentale. Le mani dei lavoratori dentro le fonderie. La dolcezza di una madre che abbraccia il suo bambino. Ogni mondo diventava arte. Ogni scena che catturava il suo sguardo, una foto immortale. Se n’è andata domenica a 91 anni – ne avrebbe compiuti 92 il prossimo 23 settembre – Luigia Introini, “la fotografa“ del quartiere Gallaratese, che aveva deciso di dedicarsi alla sua passione una volta pensionata, nel 1990, smessi i panni da impiegata, allestendo poi decine di mostre nelle biblioteche, nelle associazioni,nei centri di aggregazione. Aveva frequentato corsi, si era creata la sua camera oscura in casa. Era diventata una fotografa professionista. Ma la signora era tanto altro. Per 65 anni è stata la moglie di Sergio Temolo, figlio di Libero, tra i partigiani martiri di piazzale Loreto, e ha sempre partecipato alla commemorazione della strage nazifascista risalente al 10 agosto del 1944. Anche lo scorso anno, senza il marito accanto, scomparso il 30 gennaio 2022. Da sempre attiva in politica, è stata colonna della sezione Anpi Angelo Poletti.
"Le mie battaglie – scriveva 7 anni fa – partono dal lontano 1948 con partecipazione attiva, quando fare politica era partecipazione, slancio ideale e culturale per cambiare le condizioni di vita e di lavoro delle donne, conquistare diritti civili e politici per tutte. Di strada ne abbiamo fatta fino ad oggi, e posso ben dire: anch’io c’ero". Ed era anche una sportiva: con l’Unione italiana sport popolare (Uisp) nel dopoguerra "ho vinto – ricordava lei stessa – due medaglie d’oro nella corsa durante incontri nazionali". Una vita piena, anche tra le mura domestiche. Madre di Dania, era nonna di due nipoti (Misha e Sasha) e bisnonna di tre (Valentino, Alessandro e Sirio).
«La mamma – ricorda la figlia Dania – era molto tenace, forte e indipendente, ma anche allegra. Si è sempre data da fare nel sociale ed era una donna di cultura, che amava leggere. Lo ha fatto fino alla fine". E amava la compagnia. "Non scorderò mai le mie vacanze d’infanzia: andavamo sempre in campeggio con una decina di altre famiglie e vivevamo in gruppo. C’erano sempre tanti bambini". Non aveva sempre vissuto al Gallaratese. Nata a Vittuone, si era trasferita in via Inganni con la famiglia quando era piccola. Una volta sposata, andò a vivere al quartiere Casoretto con il marito Sergio Temolo. Poi insieme si spostarono in una casa popolare di via Chiarelli. Adesso sono in tanti a ricordarla.
L’Istituto didattico pedagogico della Resistenza e l’Archivio Scuola Rinascita scrivono: "Adesso Luigia e Sergio sono di nuovo assieme. Una coppia formidabile. Non basta una paginetta e nemmeno ne basterebbero due o tre per raccontare della loro vita". Luigia "era una donna curiosa e sempre affamata di autonomia e di libertà". Roberto Cenati, ex presidente provinciale Anpi, scrive su Facebook: "L’ho sempre considerata un’amica che sapeva ascoltare. L’ho sentita anche nelle settimane in cui Luigia ha sofferto molto per la dolorosa malattia che l’ha colpita, per ascoltare ancora la sua bella voce. Ciao, cara Luigia". «Insieme a lei – parole di Giulia Pelucchi, presidente del Municipio 8 – avevamo realizzato un’apprezzata mostra fotografica sul Monumentale, accompagnata dalle poesie dello scrittore Edgar Lee Masters. Buon viaggio, Luigia!". L’ultimo addio sarà domani alle 15 a Lambrate.