
L’Uomo Vitruviano, uno dei disegni più celebri di Leonardo da Vinci, realizzato intorno al 1490
Con il termine "Umanesimo" si definisce un movimento culturale molto ampio avvenuto tra la fine del ‘300 e poco oltre la metà del ‘400. L’umanesimo si diffuse perché gli umanisti volevano far rinascere la civiltà classica. Nasce in Italia, che ha come il suo centro di massima fioritura a Firenze. Ci furono altri centri italiani come Milano, Roma, Venezia e Napoli. L’umanesimo divenne un modello per tutta l’Europa che molti seguirono. Per indicare il periodo che è compreso fra la metà del XIV secolo e il secolo XVI e che presenta tanti elementi nuovi della cultura, nell’arte, nella tecnica e nella scienza, entrò in uso, verso la metà dell’Ottocento, la parola Rinascimento.
Il primo umanista fu Francesco Petrarca, Petrarca si può considerare il fondatore dell’umanesimo perché fu il primo ad avvicinarsi ai classici nel tentativo di riscoprire lo spirito della civiltà antica. Nel 400, la riscoperta dei testi antichi, come quelli di Lucrezio, grazie a Poggio Bracciolini, portò alla nascita della filologia, una disciplina che studiava i testi per verificarne l’autenticità e ricostruirne la formula originale. Lorenzo Valla fu uno dei maggiori esperti, applicando questo metodo ai testi latini, alla Bibbia, e ai documenti storici.
In questo clima di fermento culturale, artisti, scienziati e letterati lavoravano insieme, sostenuti dai signori, che gareggiavano per attirare i migliori talenti. Nacque così il mecenatismo, un fenomeno che si diffuse soprattutto nel 400. Se già nel 300 alcune corti avevano protetto gli artisti, nel secolo successivo il mecenatismo crebbe grazie al passaggio dai governi repubblicani alle signorie (come Firenze) e al declino dell’influenza religiosa, che aveva frenato l’esibizione di ricchezza. Per i signori, finanziare l’arte e la cultura era un modo per lasciare un’eredità duratura e dare prestigio alle proprie corti. Tuttavia, città come Siena, che non seguirono questa tendenza, finirono ai margini della scena culturale.
Nel Rinascimento nacque l’anatomia. La storia dell’anatomia tra la fine del Medioevo e l’età moderna riflette perfettamente i cambiamenti culturali di quel periodo. In molti aspetti, può essere vista come un simbolo della cultura umanistica, caratterizzata dalla riscoperta dei testi classici e dall’apertura verso nuove idee e innovazioni.
Questa evoluzione è stata alimentata da studiosi che hanno collaborato attivamente, e intrecciando filologia, arte e scienza attraverso una rete di scambi culturale e personale. Proprio come la cultura umanista, anche l’anatomia rinascimentale si è diffusa in tutta Europa grazie ai viaggi dei suoi protagonisti, alla circolazione dei libri e alle lettere scambiate tra studiosi. Le città che offrivano condizioni favorevoli come università, corti e tipografie, sono diventate centri chiave per il suo sviluppo. In particolare, l’Italia centro settentrionale ha svolto un ruolo di primo piano, con città come Padova, Venezia, Bologna, Firenze e Roma che sono state veri e propri poli di diffusione della cultura anatomica.