MONICA GUERCI
Cronaca

Milano e la nuova linea M6: come cambierebbe la città con la metropolitana rosa

Dopo la metro blu M4, ecco il progetto M6: due ipotesi di tracciato e gli incroci con le altre linee. Quanto costa e cosa sappiamo

L'ipotesi di tracciato della linea M6

L'ipotesi di tracciato della linea M6

Milano, 24 ottobre 2024 – L’apertura della linea blu M4 lo scorso 12 ottobre segna un traguardo cruciale per la mobilità milanese e rilancia progetti futuri di estensione e connessione della città. Con un collegamento rapido tra Linate e San Cristoforo, la nuova linea attraversa diverse aree strategiche di Milano, con un tracciato di 21 fermate, una copertura in 5G, capace di trasportare fino a 24.000 persone all’ora. E ora si torna a parlare dei prossimi prolungamenti ed estensioni della linea anche oltre i confini urbani. 

Il sogno della M6: ecco come cambierebbe Milano

Guarda al futuro il sindaco Beppe Sala, che rilancia con il progetto della M6, il “sogno della ‘linea rosa’”, che attraverserebbe Milano da sud a nord-ovest, collegando Ponte Lambro a Quarto Oggiaro o Baranzate. “Prevediamo di realizzare un’altra metropolitana a Milano e stiamo definendo il tracciato”, ha dichiarato il primo cittadino al debutto della linea blu. Secondo le prime anticipazioni, la nuova linea M6, identificata dal colore rosa e per cui il governo Draghi aveva già stanziato 732,2 milioni di euro per lo studio di fattibilità, potrebbe contare su 37 fermate. Il percorso passerebbe per diverse zone strategiche come Tibaldi, Santa Sofia, Solari, Cadorna e Domodossola. Un tracciato che di fatto faciliterebbe gli spostamenti tra i quartieri e migliorerebbe l’accesso ai principali nodi di interscambio.

Una seconda ipotesi prevede di deviare la tratta a sud lungo via Ripamonti, con capolinea a Noverasco-Opera. Questa opzione potrebbe interferire con il progetto di estensione della linea tranviaria 24: una soluzione alternativa potrebbe essere un collegamento con la stazione Lodi della M3, insieme alla costruzione di una fermata a Tibaldi per servire il nuovo quartiere in sviluppo all'ex scalo di Porta Romana.

Verso l’hinterland: Monza e Segrate nel mirino

Non solo i nuovi quartieri urbani, la metropolitana del futuro mira a servire meglio anche l’hinterland. La linea M5 lilla è destinata a prolungarsi fino al centro di Monza, attraversando Sesto San Giovanni, Cinisello Balsamo e con un interscambio a Bettola con la linea M1. Il prolungamento a Monza porterà a sette nuove fermate nel comune brianzolo e renderà più accessibili il centro città e la Villa Reale. Anche la M4, con la sua estensione verso l’Idroscalo e Segrate, vedrà l’istituzione di un importante nodo intermodale collegato alla futura stazione di Alta Velocità Segrate Porta Est.

Verso una “Grande Milano”

Secondo le stime di Assolombarda, l’espansione della rete metropolitana potrebbe avere ricadute positive sul mercato immobiliare, migliorando i collegamenti e riducendo i costi abitativi. L’obiettivo, infatti, è rafforzare i legami tra il centro di Milano e i territori limitrofi, riducendo traffico e inquinamento. “Avere più collegamenti tra il capoluogo e i territori limitrofi è l'unica strada per ridurre la congestione del traffico e gli impatti sull'ambiente. Bilancerebbe, inoltre, anche i valori del mercato immobiliare aiutando a ridimensionare il carovita e ad ampliare l'attrattività della Grande Milano”, ha dichiarato il presidente Assolombarda Alessandro Spada al taglio del nastro della linea blu. Tra nuovi tracciati e prolungamenti, Milano punta a diventare sempre più dinamica e interconnessa: una città in costante espansione. “Milano sta diventando la prima metropolitana europea per tasso di crescita negli ultimi due decenni”, sottolinea il Comune.

Da Bisceglie a Baggio

Intanto è stato pubblicato il bando europeo per assegnare i lavori di prolungamento della linea rossa M1 da Bisceglie a Baggio, che prevede la realizzazione di 3,3 km di tracciato con tre nuove stazioni verso ovest: Parri-Valsesia, Olmi e Baggio. I lavori, stimati per oltre 433 milioni di euro, avrebbero dovuto iniziare nel 2025 con una durata di circa cinque anni. Tuttavia, la gara è andata deserta. Nonostante l’assegnazione di ulteriori fondi statali, sarà necessario avviare un nuovo bando, inevitabili i ritardi nel progetto.