VOGHERA
Riapre finalmente a Voghera l’ottocentesco Teatro Sociale, ora dedicato a Valentino Garavani (Valentino, semplicemente, lo stilista che ha conquistato Parigi), figlio della provinciale cittadina. E su una diversa icona locale si concentra la "riflessione semiseria" proposta al Teatro la mattina del 5 dicembre, ore 10.30: "Ma ci sarà ancora la casalinga di Voghera?". Iniziativa di Assolombarda, nell’ambito di "Pavia capitale della cultura d’impresa 2023". Sul palco, dopo il saluto della sindaca Paola Garlaschelli, storici, giornalisti, un attore comico, la vivace Andrée Ruth Shammah (direttrice del Teatro Franco Parenti) e il sondaggista Nando Pagnoncelli. A chiacchierare, stimolati dal presidente Fondazione Assolombarda e Museimpresa Antonio Calabrò.
A lui rigiriamo la domanda, dalle origini: "Nel 1966 il Sevizio Opinioni RAI volle accertare quante e quali parole, legate per lo più al linguaggio politico, fossero comprensibili dall’italiano medio. Il tasso di comprensione meno elevato risultò delle casalinghe di Voghera". Ma proprio la loro distanza dall’insopportabile "politichese" smentisce il cliché di ignoranti-incolte che gli hanno appiccicato. Assolutamente d’accordo, Calabrò cita il brillante Alberto Arbasino: "Identificava le casalinghe nelle sue zie di Voghera, rappresentanti del buon senso lombardo, virtù sconosciuta alla maggior parte degli italiani". Tuttora? Nella discussione, Assolombarda porterà le prove che la provincia italiana è tutt’altro che provinciale, ma animata da guizzi d’intraprendenza, sensibilità sociale, passioni culturali, voglia di cambiamento, resistenza, riscatto contro i pur sempre presenti rischi di degrado: "Le imprese sono diffuse nel territorio ampio delle città e dei borghi, dove producono cose belle che piacciono al mondo". Quelle brutte, infatti, qui sono liquidate: la statua della casalinga di Voghera, donata dalla Rai nel 2006 all’associazione delle madame locali, ora rinascente con Annamaria Bedaglia, e pronta a rimettersi in gioco nel contestare la vera arretratezza, è stata definitivamente rimossa nel 2015. Anna Mangiarotti