REDAZIONE MILANO

Ma il mini-vitalizio passa senza fratture

Ok dalla maggioranza a indennità (volontaria) da 448 euro al mese. L’opposizione: "Reintrodotto il privilegio"

Matteo Forte di FdI è stato il relatore del provvedimento per introdurre i mini-vitalizi

Matteo Forte di FdI è stato il relatore del provvedimento per introdurre i mini-vitalizi

Il relatore Matteo Forte, quarant’anni, ciellino di Fratelli d’Italia, insegnante nelle scuole private e in politica da una vita, lo presenta come "un atto di giustizia: ci allineiamo a numerose altre Regioni e ridiamo dignità a un ruolo istituzionale senza incidere sui costi della poltitica, perché le cifre accantonate si compenseranno con la progressiva riduzione dei vitalizi per i consiglieri in carica prima del 2013, anno in cui erano stati aboliti". Intanto ieri il Consiglio regionale quei vitalizi li ha ripristinati dopo oltre un decennio, con 49 voti a favore (la maggioranza di centrodestra più il gruppo misto e gli ex morattiani di Lombardia Migliore) e 17 contro (il centrosinistra tranne Lisa Noja, di Iv, che non ha partecipato al voto).

Seppur nel tono minore di un’indennità differita che scatterà a decorrere dalla fine di questa legislatura, nel 2028; estesa ai membri della Giunta regionale e ai sottosegretari, vi si accederà su base volontaria accettando una trattenuta dell’8,8% sull’indennità di carica, pari a 6.327 euro al mese. Al compimento del 65esimo anno d’età e con almeno cinque anni di legislatura alle spalle, l’ex consigliere riceverà un assegno calcolato col metodo contributivo e la rivalutazione del Pirellone che contribuirà con un incremento di 2,75 volte i versamenti dei beneficiari, di circa 448 euro netti al mese.

"Un risarcimento poco più che simbolico per il tempo dedicato alla collettività e sottratto alla professione, all’impresa, alla carriera", stima il relatore Forte che ha presentato ben sei emendamenti, tutti approvati, al testo: "Piccole modifiche formali per rafforzare la volontarietà dell’adesione che dovrà essere comunicata entro 90 giorni dall’insediamento"; per eliminare l’espressione "a carattere previdenziale" e per introdurre "la possibilità direstituzione delle cifre versate", nel caso sfortunato in cui il consigliere decadesse prima di aver completato il piano quinquennale. Un altro emendamento ha inserito formalmente in legge, come richiesto dai tecnici del Bilancio, la cifra di 230 mila euro che rappresenta il costo annuale dei mini-vitalizi al 2028 per le casse del Pirellone. Secondo i calcoli di Forte se aderiranno tutti gli aventi diritto il fondo raccoglierà 654.768,58 euro all’anno e fra tre anni il costo annuale dei vitalizi pre-2013 (che godono pure della reversibilità), oggi di circa 6,4 milioni, dovrebbe diminuire di circa 600 mila euro per ragioni anagrafiche: "La spesa per l’indennità differita - sostiene l’ufficio stampa del Pirellone – troverà copertura nella progressiva riduzione" di quella per i vecchi vitalizi.

"E chi garantisce che il nuovo assegno non sarà aumentato?", tuona il capogruppo dei 5 Stelle Nicola Di Marco che ha tentato di opporsi con 13 emendamenti e un ordine del giorno, mentre il forzista Ivan Rota gli rinfacciava: "Non tutti sono dipendenti pubblici in aspettativa!". "I lombardi continueranno ad andare in pensione dopo quarant’anni di lavoro", ribatte Di Marco sottolineando come "nel tempo record di cinquanta minuti una legislatura che sarà ricordata per la sua indolenza su temi cruciali come salute, trasporti e casa" abbia "restaurato il privilegio abolito da oltre dieci anni". Ieri "la maggioranza di destra si è spaccata su tutto – aggiunge il capogruppo del Pd Pierfrancesco Majorino –, a partire dal fine vita" e a continuare con "due mozioni sul benessere animale e sulle attività venatorie. Sono andati d’accordo solo sui mini-vitalizi". Giulia Bonezzi