REDAZIONE MILANO

Macchine parlanti per scoprire la sala gioiello

Il 19 novembre, al Museo della Scienza e della Tecnologia, un concerto gratuito di macchine parlanti, fonografi e grammofoni per conoscere la Sala del Cenacolo, fresca di restauro. Ambiente barocchetto lombardo, restaurato in un anno, per adibirlo a conferenze, congressi e riunioni.

Un concerto gratuito di macchine parlanti, fonografi e grammofoni per conoscere dischi leggendari, voci come quella di Beniamino Gigli ma soprattutto per conoscere, domenica 19 novembre alle 15, la Sala del Cenacolo del Museo della Scienza e della Tecnologia, fresca di restauro. Ambiente di buon gusto barocchetto lombardo, che i monaci Olivetani, già proprietari dell’immobile oggi del Comune, si erano fatti costruire tra 1709 e 1712. Refettorio affrescato con spettacolari Nozze di Cana, quadrature di fiori, frutta e festoni, scene bibliche a monocromo (Daniele nutrito dagli angeli nella fossa dei leoni), allegorie di Temperanza, Mortificazione, Meditazione, Caducità della vita, oltre alla donna che invita i frati a starsene in silenzio.

Soppresso da Napoleone il monastero, trasformato in ospedale militare e poi caserma, la sala diventa dormitorio per i soldati, quindi magazzino vestiario. E tra le settecentesche eleganze del pittore Pietro Gilardi e del quadraturista Giuseppe Antonio Castelli, detto il Castellino, qualche antico writer cafone lascia la firma: Vanda Franceschetti, a capo delle "valorosissime restauratrici", non ha potuto rimuoverla nell’intervento di "pulitura, consolidamento, stuccatura, ritocco. Tutto in un solo anno". Le dorature sono scomparse per sempre, ma il recupero restituisce a Milano un luogo che il fondatore del museo, Guido Ucelli, dal 1953 voleva perno di vita culturale, adibito a "conferenze e riunioni, congressi scientifici anche numerosi e ad alto livello, di importanza nazionale e internazionale", ha ricordato il direttore attuale Fiorenzo Marco Galli, ringraziando chi ha finanziato il restauro in memoria degli amici Roberto e Silvio Preti: Massimo Sordi, schietto imprenditore che "i soldi - dice - non me li porto nella tomba".Anna Mangiarotti