
Anna
Zinola*
Le imprese italiane della moda, fashion e luxury sono da sempre appetite dai grandi gruppi stranieri: negli anni, da Valentino a Gucci, molti brand storici del made in Italy sono finiti in mani estere. E dopo la pandemia c’è da aspettarsi una nuova ondata di shopping straniero sul mercato italiano della moda. Intanto c’è da dire che le imprese del settore moda in Italia sono abbastanza appetibili per una questione dimensionale: sostanzialmente sono delle pmi e quindi sono più facilmente scalabili. E poi spesso sono delle aziende familiari, nella quali si può presentare il problema del passaggio generazionale. Un esempio classico è quello che è successo a Pomellato: quando Pino Rabolini, il fondatore di Pomellato, ha detto ‘io voglio uscire’ e il figlio ha detto ‘non mi interessa’ ha dovuto vendere ai francesi del Gruppo Kering.
Dunque, imprese familiari che non reggono al passaggio generazionale e piccole e medie imprese che non reggono al salto dimensionale, che non hanno cioè abbastanza finanziamenti interni per crescere: queste sono le caratteristiche delle imprese della moda italiana che favoriscono poi l’acquisizione da parte dei gruppi stranieri. Ma c’è anche un rovescio della medaglia: Questi due aspetti in realtà sono anche dei vantaggi perché d’altro canto le piccole dimensioni permettono flessibilità e la padronalità permette velocità decisionale. Anche se nel momento in cui si vuole crescere, ci si scontra con questo soffitto. Fendi, Bulgari, Valentino sono già stati acquisiti da tempo e uno degli ultimi che è stato acquisito è stato Versace, comprato dagli americani di Capri Holdings. Le acquisizioni non hanno fatto perdere alle produzioni l’italianità e spesso i direttori creativi come Alessandro Di Michele per Gucci, sono rimasti italiani. E nessuno Gruppo è così stupido da acquisire un’impresa che ha nel brand e nello stile il suo punto di forza e poi sradicarla. C’è anche chi (come nel caso di Balenciaga) ha lavorato a lungo sugli archivi per recuperare l’idea, il valore di quell’azienda per proporli con nuove declinazioni,
*Docente Università Cattolica
e Istituto Marangoni