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La madre di Ramy: “Non riesco a credere che non tornerà, voleva diventare un calciatore”. E il padre: “Non serve la violenza”

Yehia Elgaml è stato premiato al Teatro Franco Parenti e ha proposto di creare uno spazio a Corvetto dove “ascolare i giovani”. Il prefetto lo ha ringraziato: “Sono un padre e comprendo il dolore. Lui ha mostrato grande senso di equilibrio e responsabilità”

Yehia Elgaml papà di Ramy morto a 19 anni al termine di un tragico inseguimento

Yehia Elgaml papà di Ramy morto a 19 anni al termine di un tragico inseguimento

Milano – “Ancora non ci credo che Ramy è andato via e che non torna più”. È un dolore vivissimo quello espresso da Farida, la madre di Ramy, il ragazzo di 19 anni morto in un incidente mentre era inseguito dai carabinieri nel quartiere Corvetto di Milano. “Sognava di essere famoso”, di diventare un calciatore “come Francesco Totti”, ha ricordato commossa la donna. 

Farida era insieme al marito, Yehia Elgaml, al Teatro Franco Parenti alla cerimonia in cui lui ha ricevuto il premio alla virtù civica conferito per la XXV edizione del Panettone d’oro. Il padre del giovane, accompagnato dal presidente della Comunità egiziana di Milano Aly Harhash, ha proposto di creare uno spazio nel quartiere Corvetto dove radunare i giovani e ascoltarli. 

L’idea è quella di avere uno spazio per i ragazzi dove “fare un dialogo serio e ascoltarli, per capire cosa hanno dentro la testa”. Il papà di Ramy ha ringraziato ancora una volta il sindaco Beppe Sala e il presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana – “parlano sempre bene di noi” – e ha ricordato il suo impegno per spiegare agli amici di Ramy che adesso “non serve la violenza” ma solo “manifestazioni pacifiche” e che bisogna “aspettare la giustizia e la verità”. Una verità che in parte, secondo il papa di Ramy, “è già arrivata”, quantomeno alcuni “segnali”, in riferimento al video dell'inseguimento che è stato reso pubblico

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Alla cerimonia era presente anche il prefetti di Milano Claudio Sgaraglia: “Sono un padre, comprendo benissimo e immagino ancora il dolore vivo”, ha detto. “La perdita di un figlio è il dolore più grande”. Il prefetto ha sottolineato di aver “apprezzato moltissimo” le parole del padre di Ramy dopo quanto accaduto, e anche “la forza” dimostrata dopo un evento “così tragico”. Esprimendo, al tempo stesso, “grande fiducia nelle istituzioni” e dimostrando, ha concluso Sgaraglia, “grande senso di equilibrio e responsabilità. Lo ringrazio e sono vicino al vostro dolore che vedo ancora come molto presente”.