I nuovi stadi convengono, perché fanno aumentare il numero di spettatori nel corso di una stagione e fanno schizzare in alto i ricavi per i club. La relazione dell’Agenzia delle Entrate al Comune contiene una serie di tabelle che mostrano cosa è successo negli altri Stati europei dopo che sono stati costruiti i nuovi impianti.
Esempi “virtuosi“ che il documento mette a confronto ai numeri al ribasso degli stadi italiani, sempre più vecchi e complicati da gestire. Basta ricordare che il Meazza nel 2026, l’anno della cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali Milano-Cortina, compirà cento anni. Tanti, troppi per poter sopravvivere? Dopo anni di confronti cittadini, le posizioni restano distinte e distanti. Ma torniamo ai numeri contenuti nella tabella della relazione dell’Agenzia delle Entrate e analizziamo tre nuovi stadi: il Wanda Metropolitano di Madrid, casa dell’Atletico, l’Allianz Arena del Bayern Monaco e il nuovo impianto del Tottenham Hotspur.
L’impianto spagnolo è tra i più recenti, è stato inaugurato nel 2017, è costato 310 milioni di euro. Nell’ultimo anno in cui l’Atletico Madrid ha giocato nel suo vecchio impianto, il Vicente Calderón, la media spettatori dei colchoneros era di 44.710 spettatori, mentre nel primo anno del Wanda Metropolitano la media è salita a 55.483 (+24,1%). I ricavi da gare, invece, sono cresciuti da 38,7 milioni (ultimo anno nel vecchio impianto) a 56,8 milioni di euro (primo anno nel nuovo): un aumento degli introiti del 46,8%.
Cambiamo nazione e andiamo all’Allianz Arena di Monaco di Baviera, inaugurata nel 2005. Il nuovo stadio tedesco è costato 346 milioni di euro. L’affluenza media annuale degli spettatori tra l’ultimo anno del vecchio impianto (l’Olimpico) e il primo anno nella nuova Allianz Arena è salita da 53.294 a 67.641 (+26,9%), mentre i ricavi sono cresciti addirittura del 79,7%: da 29 milioni a 52,1 milioni di euro. Dati confortanti.
L’ultimo esempio tratto dalla tabella riguarda la nuovissima casa del Tottenham Hotspur di Londra, la società che ha fatto radere al suolo lo storico White Hart Line per costruire al suo posto un nuovo impianto che è costato 936,6 milioni di euro ed è stato inaugurato nel 2019. L’operazione del club londinese ha portato a numeri da record: l’affluenza degli spettatori tra l’ultimo anno nel vecchio stadio e il primo anno nel nuovo è salita da 31.638 a 56.428 spettatori (+78,3%) e i ricavi sono schizzati da 52,7 milioni a 125 milioni di euro, addirittura il 137,2% in più.
Parliamo di stadi ultramoderni che riescono a far guadagnare i rispettivi club non solo nei giorni delle partite – anche grazie al proliferare di sky box e posti esclusivi (e costosissimi) dove poter vedere le partite – ma anche durante la settimana, visto che sono dotati di negozi, palestre e altri centri di attrazione per tifosi e non.
Sono questi i numeri che spingono Milan e Inter a volere a tutti i costi un nuovo stadio: moltiplicare il ricavo da singolo posto e incrementare gli introiti dal sistema stadio. L’ipotesi della ristrutturazione del Meazza è stata bocciata proprio perché non garantirebbe di adeguare l’impianto a quelli di nuova generazione e costringerebbe i club a ridurre notevolmente la capienza nel corso dei lavori di restyling. Da qui la scelta: un nuovo stadio nell’area di San Siro e la rifunzionalizzazione della gloriosa ma vecchia Scala del calcio.