Milano – Primo pomeriggio del 21 marzo 2021, un uomo lancia l’allarme: "Mio fratello è precipitato". I soccorritori recupereranno il corpo in fondo a un canalone di neve sul Grignone. Muore così, a 37 anni, Gaspare Allegra, nipote del boss dei boss Matteo Messina Denaro: la primula rossa di Cosa Nostra gli era così legato che teneva nel portafogli una sua foto.
All’epoca, Paolo Aurelio Errante Parrino è già nel mirino dei carabinieri del Nucleo investigativo di Milano, che stanno indagando da tempo sull’Hydra a tre teste mafia-’ndrangheta-camorra. In questo contesto criminale, pesantemente ridimensionato ieri dall’ordinanza del gip Tommaso Perna (che ha respinto insieme ad altre 141 pure la richiesta di arresto per Errante Parrino), lo ‘zio Paolo’, che il primo novembre compirà 77 anni, era per i pm della Dda il punto di contatto tra il "Sistema mafioso lombardo" e "Iddu", di cui era diventato parente dopo aver sposato la cugina del cognato.
Nei giorni successivi alla tragedia in montagna, Errante Parrino, pregiudicato per associazione mafiosa trapiantato da Abbiategrasso e pienamente inserito nella vita cittadina, "si mette a completa disposizione per le operazioni relative alla preparazione della camera ardente" e per il "successivo invio della salma del giovane a Castelvetrano". "Sono nato a Castelvetrano io – rivendica parlando alla figlia della sorella di Messina Denaro –. Non è che sono nato a Milano, qua in quest’altro paese di m... non sto facendo niente io, sto facendo il mio dovere...".
Il 13 novembre 2021, a poco più di un anno dall’arresto del capo dei capi, Errante Parrino si reca a Castelvetrano con due avvocati e un nipote di Messina Denaro per presenziare a un’udienza che vede coinvolto il cognato del boss. Il trojan installato nel cellulare del settantaseienne informa che il giorno dopo l’arrivo in Sicilia ‘zio Paolo’ va a trovare le sorelle di Messina Denaro: "Io lo conosco da quando è nato a tuo fratello", dice a una di loro.
Del rapporto diretto tra Errante Parrino e il cerchio magico del super latitante erano al corrente in tanti nel "Sistema". Di più: stando alle intercettazioni ambientali, Messina Denaro era costantemente informato delle operazioni finanziarie gestite dalla presunta Alleanza lombarda; così come gli era nota la diatribra Gioacchino Amico e i Pace. "Messina Denaro", dirà intercettato Bernardo Pace, abbassando precauzionalmente il tono di voce. "Pure?", replicherà stupito Filippo Crea. E si scopre oggi che i militari milanesi, indagando su Hydra, arrivarono vicinissimi al covo del boss, documentando due incontri al bar San Vito di Campobello di Mazara: ai summit parteciparono Amico e Antonio Messina detto ‘Avvocato’, ritenuto dal Ros un fedelissimo a Messina Denaro. Il bar San Vito si trova a 100 metri di distanza dall’ultimo rifugio noto della primula rossa.