Milano – I clan scommettono sul Pnrr e sui Giochi invernali Milano-Cortina, ma anche su partite meno rilevanti solo all’apparenza, nel risiko di una "economia mafiosa che ha ampliato la propria presenza" in Lombardia, andando oltre comparti da sempre a rischio infiltrazioni come l’edilizia, la ristorazione e la logistica, diversificando gli interessi. Puntano all’immobiliare, alla gestione di farmacie e servizi sanitari. E allo sport dilettantistico, come è emerso dall’inchiesta dalla Dda che nel 2022 portò al sequestro preventivo di otto campi da padel del valore di circa 700mila euro, all’interno di un centro sportivo comunale a Milano. L’allarme, nella Città metropolitana di Milano, verte anche su "investimenti pubblici o di provenienza pubblica che saranno gestiti da soggetti formalmente privati e che tenderanno a sottrarsi a ogni tipo di controllo pubblico".
L’evoluzione dell’economia mafiosa in Lombardia è raccontata dall’ultima ricerca dell’osservatorio Cross della Statale di Milano e della Cgil, condotta da Nando dalla Chiesa e Andrea Carnì. Sul territorio viene confermato il predominio della ’ndrangheta rispetto alle altre organizzazioni, con un "nuovo attivismo" di cosa nostra e della camorra, in una sostanziale convivenza con la criminalità straniera, con patti di non belligeranza per fare affari nel silenzio. Si sviluppa una "violenza a bassa intensità", dimostrata da un aumento dei cosiddetti reati-spia, come incendi dolosi e danneggiamenti, in quasi tutte le province lombarde.
"Un’economia che perde uno dopo l’altro pezzi di industria aprendosi senza sosta a nuovi servizi per il tempo libero, dalla ristorazione al benessere al divertimento, diventa fisiologicamente vulnerabile da soggetti magari poco istruiti ma titolari interposti di ragguardevoli liquidità", analizza Nando dalla Chiesa. Il problema "non appare tanto la nuova conquista mafiosa di settori già esistenti ma la diffusione massiva dei capitali mafiosi nei settori in più rapida e incontrollata proliferazione, che non esigano elevati standard professionali".
Il "caso Milano2 è emblematico, con le infiltrazioni nel padel e l’aumento di segnalazioni di bar e ristoranti al centro di vorticosi cambi di proprietà e di continui lavori di ristrutturazione, strumento per riciclare denaro. Poi c’è la logistica, finita al centro di una lunga serie di inchieste della Procura di Milano per caporalato e sfruttamento del lavoro. “Lo scenario economico in cui si inserisce questo fenomeno è una dinamica competitiva senza regole – sottolinea il segretario generale della Cgil di Milano, Luca Stanzione – che ha favorito l’innestarsi di fenomeni di illegalità e anche di fenomeni mafiosi".
Nando dalla Chiesa parla di una "ubiquità mafiosa", perché "il fenomeno si può incontrare in quasi tutti gli ambiti dell’economia". In questa geografia criminale Milano è il cuore economico, ma nessuna provincia è risparmiata da un fenomeno ancora "sottovalutato e sottostimato". Como e Varese, secondo la ricerca, spiccano per "abilità dei clan di radicarsi e mettere a frutto la vicinanza alla frontiera". Spazi di conquista si sono creati nella zona del lago di Garda, si assiste a una "risalita territoriale" dall’Emilia Romagna verso il Sud-Est lombardo. Nella ricerca è riportata anche l’intervista a un dipendente Spumador, storico produttore di bibite nel Comasco che nel 2022 finì in amministrazione giudiziaria per infiltrazioni della ’ndrangheta: "Non si respirava in quell’ambiente un qualcosa di lecito (...) C’era qualcosa sotto".