Milano, 18 gennaio 2025 – In tempi in cui i medici si sentono e sono sotto attacco, nei Pronto soccorso come in corsia, la storia di un tifoso interista salvato allo stadio di San Siro da un camice bianco diventa una vicenda che rasserena gli animi. I fatti risalgono al 19 dicembre scorso: Massimo Luciano, 54 anni, è arrivato dalla provincia di Torino assieme al figlio; sono sugli spalti di San Siro per seguire assieme l’amato Inter che affronta in campo l’Udinese quando accusa un malore. Un arresto cardiaco che si sarebbe potuto rivelare fatale se in quel momento non avesse incontrato sulla sua strada il medico Alessandro Geddo, che quella sera e responsabile del Servizio Sanitario di San Siro durante le manifestazioni sportive, oltre che primario dell'Unità Operativa di Anestesia, Rianimazione e Terapia del dolore degli istituti di ricovero e cura del Gruppo Iseni di Lonate Pozzolo, in provincia di Varese.
Questione di secondi
Pochi minuti, se non secondi, che possono fare la differenza tra la vita e la morte. E per Massimo Luciano è stato come rinascere e tornare alla vita. Geddo, appena arrivato al capezzale di Luciano capisce subito cosa sta succedendo, e non si perde d’animo. Gli pratica un massaggio cardiaco dopo che il suo cuore si è fermato. Lo salva. Il resto lo faranno i medici del pronto soccorso del San Carlo dove l’uomo viene ricoverato in Terapia intensiva. E per Massimo Luciano è stato come rinascere e tornare alla vita.
L’abbraccio
Quasi due mesi dopo, il tifoso è riuscito a incontrare il professionista per ringraziarlo di persona. Una piccola storia a lieto fine, a distanza da pochi giorni dal caso del giocatore della Fiorentina Edoardo Bove. Il tifoso di quella sera non ricorda nulla. Quel che è importante è che dopo sette minuti di massaggio cardiaco il cuore torna a battere e lui viene portato in ospedale. Decide allora di voler mettersi in contatto col dottore al quale deve la vita.
Luciano fa un giro di telefonate e riesce a recuperare il contatto del dottore. "Quando mi ha risposto il dottor Geddo mi sono assicurato che fosse proprio il medico che era intervenuto. Quando mi ha detto di sì, allora mi sono presentato dicendo: “E io sono colui al quale ha salvato la vita” – racconta –. La mia voce era rotta dall'emozione, ma a quel punto anche quella del dottore. E' stato un momento davvero intenso. Mi ha fatto molto bene". Tifoso e medico si sono ripromessi di rivedersi a San Siro in primavera.