Milano, 29 agosto 2023 – Meno di 48 ore per veder scendere la pioggia che nei mesi di agosto degli ultimi 40 anni si era distribuita su 31 giorni: dalle 16 di sabato in avanti, sono caduti in totale 79 millimetri.
I picchi si sono registrati ieri mattina in via Sacco (con la punta massima di 35 millimetri in 15 minuti), domenica sera al Parco Nord (17 millimetri) e sabato in via Zavattari e a Brera (23 millimetri). Milano - proprio nel giorno in cui il Consiglio dei ministri ha deliberato lo stato di emergenza, per 12 mesi, in Lombardia, con lo stanziamento dei primi 9,4 milioni di euro - ha sperimentato per la seconda volta in una sola estate l’effetto devastante dei cambiamenti climatici: per fortuna, i fortissimi temporali che hanno spazzato la città negli ultimi giorni non hanno provocato i danni imponenti del nubifragio della notte tra il 24 e il 25 luglio. Tuttavia, il maltempo generato dal passaggio del ciclone Poppea ha messo ancora a dura prova la metropoli, che ha trascorso l’ultima notte col cielo illuminato a giorno dai fulmini e il timore che Seveso e Lambro potessero esondare.
La piena del torrente che si inabissa in via Ornato è arrivata a sfiorare il metro e mezzo di altezza, comunque lontana dai tre metri che vogliono dire: fuoriuscita del corso d’acqua dalle parti di Niguarda. Centinaia le telefonate ai centralini di vigili del fuoco e polizia locale, quasi tutte per allagamenti e alberi caduti: ieri mattina via Molino delle Armi aveva le sembianze di una piscina semiolimpionica; e i sottopassaggi di via Bovisasca, via Pompeo Leoni, via Negrotto e via San Paolino si sono rivelati altrettanto proibitivi da guadare. Criticità dello stesso tenore in piazza Napoli, piazzale Istria, via Pareto e via Lambertenghi, hanno riassunto dal Comune. La pioggia incessante "ha comportato in due giorni più di 300 criticità ( con 100 segnalazioni al Centro operativo della Protezione civile solo tra la notte e la mattina di ieri, ndr ), con nuovi alberi e rami caduti e allagamenti", spiega ad allerta (quasi) alle spalle l’assessore alla Sicurezza Marco Granelli.
Le due emergenze gestite in poco più di un mese – ha aggiunto l’esponente della Giunta Sala in un post su Facebook in cui ha informato pure che stamattina i parchi saranno nuovamente fruibili – hanno insegnato "tante cose, e le useremo per essere sempre più attrezzati". Tradotto: "Dobbiamo lavorare per prevenire queste situazioni, studiandole, cercando di mettere in campo tutte le azioni di breve, medio e lungo tempo per ridurre gli effetti negativi del cambiamento climatico, contrastarli, correggere". Per Granelli, sarà decisivo anche "avere stili e comportamenti di vita sostenibili, nel quotidiano e nelle grandi scelte e negli investimenti pubblici e privati". Determinanti, ovviamente, le opere per fronteggiare il rischio idrogeologico, a cominciare dal piano anti-piene del Seveso: "Dobbiamo andare avanti con i progetti che difendono la città come il sistema delle vasche di protezione dalle esondazioni. A Milano abbiamo completato la nostra vasca, mancano ancora tutte le altre: Regione Lombardia e Aipo facciano in fretta a completare il progetto", la frecciata non inedita alla Giunta Fontana.
Ecco la replica : "Invece di dare lezioni, Granelli dovrebbe preoccuparsi di quanto succede in città, tra tombini non puliti che causano allagamenti ogni qualvolta piove più del solito, il mancato sfalcio dell’erba e il dilagante problema sicurezza da cui è afflitta Milano", ha affermato l’assessore regionale al Territorio Gianluca Comazzi. Che ha fornito un cronoprogramma aggiornato: "La vasca di Milano Bresso-Parco Nord verrà messa in esercizio nel gennaio 2024, quella di Senago sarà terminata per dicembre 2023 ed entrerà in esercizio nella primavera del 2024. Per quella di Lentate sul Seveso l’intervento è stato avviato, e per quanto riguarda l’ultima, a Paderno Dugnano, è in corso la progettazione".