
Condannato in Lombardia, dimissionario in Trentino. C’era anche Roberto Soj, dirigente di Aria spa - la centrale acquisti di Regione Lombardia coinvolta nella vicenda dei camici “donati“ dal cognato del presidente Attilio Fontana - tra i condannati in primo grado giorni fa dal giudice Guido Salvini per il crac di Aipa, l’Agenzia italiana per pubbliche amministrazioni, ai tempi la più grande società privata di riscossione che, con l’autorizzazione ministeriale, incassava da circa 800 enti locali, tra città e cittadine, soprattutto tributi locali come la tassa sui rifiuti o sulle affissioni pubblicitarie.
Il processo si è concluso con tre condanne a 3 anni e 8 mesi di reclusione tra cui quella per Soj e provvisionali di risarcimento ad oltre 100 Comuni parti civili. Dalle indagini del pm Donata Costa era emerso che la concessionaria dei tributi locali aveva fatto sparire circa 10 milioni di euro versati dai Comuni.
In seguito alla condanna, con una lettera inviata alla Giunta provinciale di Trento, Soj, che era presidente di Trentino digitale, ha rimesso il suo mandato. Ora il consigliere regionale del M5S Marco Fumagalli vorrebbe che facesse lo stesso anche per l’incarico di direttore centrale servizi che Soj ha in Aria spa. "In adempimento anche dei rilievi della Corte dei conti circa un mancato corretto esercizio del controllo sulle aziende “in house“ di Regione Lombardia, ci si dovrebbe quotidianamente interrogare e agire in merito a quello che fanno le società controllate. E attesa l’incapacità della Lombardia di gestire queste aziende pubbliche, copiare quello che fanno gli altri". Come nel caso del Trentino.