Sei misure cautelari sono state emesse contro altrettanti manifestanti che l’11 febbraio hanno partecipato al corteo a Milano in favore di Alfredo Cospito, l’anarchico sottoposto al regime carcerario del 41-bis che in quei giorni era detenuto nel carcere milanese di Opera. Durante gli scontri che avvennero durante quella manifestazione, sei poliziotti rimasero feriti e diversi negozi vennero danneggiati dagli anarchici.
Gli agenti della Digos hanno consegnato sei misure cautelari. Nei confronti di due cittadini italiani di 28 e 26 anni è stato emesso il divieto di dimora a Milano con obbligo di presentazione due volte alla settimana alla Polizia Giudiziaria competente per territorio; a tre cittadine italiane di 29, 28 e 31 anni l’obbligo di dimora rispettivamente nel comune di Novara, Olgiate Olona (VA) e Malnate (VA); infine, a un cittadino svizzero di 31 anni il divieto di dimora a Milano proibendo allo stesso di trattenersi a qualsiasi titolo in tale città.
Le indagini alla base delle misure cautelari chieste dal pubblico ministero Francesca Crupi mostrano da parte dei manifestanti “condotte penalmente rilevanti (resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, travisamento, utilizzo illegittimo di fumogeni, detenzione di armi proprie), connotate da un considerevole livello di violenza”.
Le motivazioni
Gli indagati, si legge dell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari di Milano Guido Salvini, hanno messo in atto “tecniche di guerriglia urbana” che hanno portato al ferimento di agenti, con una “violenza gratuita e priva di alcuna giustificazione”. E hanno dimostrato una “propensione alla violenza” come metodo di lotta politica.
Gli indagati sono stati identificati attraverso l'analisi dei filmati realizzati durante il corteo. Persone che fanno parte di gruppi connotati da un “alto livello di conflittualità e tensione”, decise a "portare avanti i loro ideali con sistemi che sfociano nell'illecito” con l'obiettivo di creare “disordine e destabilizzazione dell'ordine pubblico”. Il giudice ha contestato il pericolo di reiterazione del reato.
Galipettes Occupato e altri gruppi militanti
Tutti e sei i destinatari dei provvedimenti, scrive il giudice Salvini, sono “militanti del movimento radicale anarchico milanese, alcuni dei quali elementi di spicco del sodalizio Galipettes Occupato, noti per partecipare assiduamente a quelle manifestazioni che venivano organizzate in maniera estemporanea, quasi con cadenza settimanale, dall’Assemblea milanese di solidarietà per Cospito”
L’Assemblea, analizza il giudice nell'ordinanza, è “nata dall'unione tra il sodalizio anarchico Galipettes Occupato e altri gruppi dell'area anarchica e marxista-leninista di Milano e delle province limitrofe”. Tutti gruppi che secondo il magistrato “si contraddistinguono per un alto livello di conflittualità e tensione e che hanno messo in moto una capillare mobilitazione anche a livello internazionale coinvolgendo la componente insurrezionalista del fronte anarchico, gli ambienti sensibili alla causa anti-carceraria e i gruppi interessati alla possibilità di concentrare forme di dissenso contro i provvedimenti del Governo”.
Che fine ha fatto Cospito
Ad aprile, Alfredo Cospito ha sospeso dopo diversi mesi lo sciopero della fame che aveva intrapreso contro il 41-bis e contro l’ergastolo ostativo. L’anarchico, ha spiegato allora il suo avvocato Flavio Rossi Albertini, ha deciso di rinunciare alla protesta “perché non voleva morire e ha comunque raggiunto due obiettivi importanti: la decisione della Consulta (che ha aperto alla possibilità di uno sconto di pena, ndr) e l'aver fatto diventare il 41-bis un tema noto all'opinione pubblica”.
Il 6 giugno Cospito è stato trasferito dal carcere milanese di Opera a quello di Sassari, in Sardegna. Attualmente, è sotto processo per l’attentato contro la Scuola carabinieri di Fossano, in provincia di Cuneo. Lo scorso dicembre la corte d’Assise d’appello di Torino aveva sollevato una questione di legittimità costituzionale.
Oggi una decina di anarchici si sono dati appuntamento questa mattina davanti al Palazzo di Giustizia a Torino, dove si svolge il processo d'appello bis, con uno striscione in cui si legge “Solidarietà con Anna e Alfredo”. Per oggi è prevista la sentenza. La procura generale di Torino ha chiesto la condanna di Cospito all'ergastolo.
Cos’è il 41-bis
Il 41-bis è una norma dell’ordinamento penitenziario italiano. Stabilisce che il ministro della Giustizia possa applicare ai detenuti condannati per i reati più gravi un regime di carcerazione particolarmente afflittivo. Tra questi reati ci sono associazione mafiosa, associazione finalizzata al traffico di stupefacenti e terrorismo.
Come tutti i detenuti sottoposti al 41 bis, Cospito ha diritto a due ore d’aria al giorno, a un colloquio al mese con i familiari della durata di un’ora e ha diritto a una sola telefonata al mese della durata di dieci minuti, che viene registrata (ma solo in sostituzione del colloquio personale e in ogni caso dopo i primi sei mesi). Nel 2021, in Italia, erano 748 i detenuti sottoposti al 41-bis (13 loro sono donne).
La ratio di questo regime è legata ad una pericolosità sociale attuale del detenuto in questione e ha lo scopo di impedirgli qualsiasi tipo di comunicazione. Tuttavia, la Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato in più occasioni l’Italia per l’applicazione di questa norma, equiparandola alla tortura.