ANDREA GIANNI
Cronaca

Manuel Mastrapasqua, la battaglia della sorella Marika: “Il suo assassino girava armato e nessuno ha mai mosso un dito”

Marika Mastrapasqua si è trasformata in detective per dare giustizia al fratello: “Ora mi aspetto l’ergastolo per Daniele Rezza”

Nel riquadro Manuel Mastrapasqua. In grande, prima a destra, la sorella Marika, 27 anni, in lacrime alla fiaccolata a Rozzano per il fratello

Nel riquadro Manuel Mastrapasqua. In grande, prima a destra, la sorella Marika, 27 anni, in lacrime alla fiaccolata a Rozzano per il fratello

Rozzano, (Milano), 3 marzo 2025 –  Daniele Rezza “girava con un coltello, andava in giro a rapinare e a picchiare la gente”. Una escalation di violenza che “poteva essere fermata” prima che arrivasse al culmine, strappando la vita di Manuel Mastrapasqua, ma “nessuno si è mosso, né i suoi genitori e neanche le autorità”. Marika Mastrapasqua, 27 anni, dopo l’omicidio del fratello maggiore ha scavato nel recente passato, rintracciando un ragazzo che la scorsa estate, pochi mesi prima del delitto avvenuto la notte tra il 10 e l’11 ottobre a Rozzano, durante una lite era stato accoltellato dal 20enne Rezza sempre nello stesso punto, al torace, riportando una ferita superficiale. E lo ha convinto a sporgere denuncia. Il prossimo 14 aprile si aprirà il processo davanti alla Corte d’Assise di Milano a carico di Rezza per l’omicidio di Manuel, 31enne aggredito mentre stava rincasando dopo il turno di lavoro al supermercato, ammazzato con una coltellata per portare via un paio di cuffie dal valore di pochi euro. La famiglia della vittima, assistita dall’avvocato Roberta Minotti, potrà costituirsi parte civile.

Marika, sarà in aula per la prima udienza?

“La mia intenzione è quella di partecipare a tutte le udienze. Noi vogliamo avere giustizia e l’assassino di mio fratello deve essere condannato all’ergastolo. Deve pagare per quello che ha fatto, anche se non basta. Nulla ci riporterà indietro Manuel”.

Lei, dopo l’omicidio, si è messa in contatto con un ragazzo, all’epoca 17enne, che era già stato aggredito da Rezza. Come lo ha rintracciato?

“Pur abitando a Rozzano, non conoscevo Rezza o la sua famiglia. Dopo l’omicidio di mio fratello mi sono stati riferiti alcuni episodi, tra cui l’accoltellamento subìto da quel ragazzo. L’ho cercato sui social, gli ho scritto, ci siamo incontrati e mi ha raccontato tutto, con la massima disponibilità. Al termine del nostro incontro si è convinto a riferire dell’episodio, che non era stato denunciato prima, anche ai carabinieri (per questo fatto Rezza è indagato per lesioni aggravate, ndr). Nel passato di Rezza ci sono altri episodi violenti. Era una persona che girava con il coltello in tasca, andava in giro a rapinare e aggredire la gente. Era pericoloso, in tanti lo sapevano, ma non è stato fermato in tempo. Quella notte è uscito con l’intenzione di uccidere e avrebbe potuto colpire chiunque, anche un bambino. Si è trovato di fronte mio fratello e lo ha ammazzato, senza alcun motivo”.

Quale ricordo lascia suo fratello Manuel?

“Manuel era una persona tranquilla, socievole e pacata. Non aveva mai litigato con nessuno, non cercava problemi. Lavorava, faceva sacrifici per la sua famiglia, aveva una ragazza. Vivevamo nella stessa casa, con il nostro fratello più piccolo. Siamo cresciuti insieme. Non ci sentivamo spesso per messaggio, ma ci vedevamo quasi tutti i giorni. Quella notte Manuel non ha avuto neanche la possibilità di reagire, è stato ucciso a sangue freddo. Chiederemo che vengano accertate anche eventuali responsabilità dei genitori di Rezza per il loro comportamento nelle ore successive all’omicidio, quando hanno lavato i suoi vestiti. Con noi non si sono mai fatti sentire, né ce lo saremmo aspettato”.

State pensando, come famiglia, a iniziative per ricordare Manuel a Rozzano?

“Ci siamo già mossi con il Comune per realizzare un murale sulla parete esterna della piscina. A Manuel piaceva disegnare, sarebbe un bel modo per ricordarlo. Vorrei coinvolgere anche i ragazzi delle scuole medie, per raccogliere pensieri e frasi sull’accaduto, da scrivere accanto al volto di mio fratello. Vorrei trasmettere un messaggio positivo, far capire ai più giovani il senso della vita, che la vita è sacra. Fare qualcosa contro il bullismo, perché alla fine parte tutto da quello...”.