MASSIMILIANO SAGGESE E MARIANNA VAZZANA
Cronaca

Morte di un bravo ragazzo. Manuel Mastrapasqua “era una persona semplice, risparmiava per andare a vivere con la sua ragazza”

Il dolore e la rabbia degli amici del 31enne ammazzato a Rozzano mentre tornava a casa di notte dopo il turno di lavoro. “Rientrava da Milano a tarda notte con i mezzi pubblici perché una macchina non ce l’aveva ancora

Manuel Mastrapasqua, ucciso con una coltellata in strada a Rozzano

Rozzano (Milano) – “Manuel sognava la semplicità. Lavorava per mettere da parte i soldi e poter avere una casa sua, in cui vivere insieme alla fidanzata. Nulla di straordinario, forse. Ma questa semplicità era la sua forza. Io oggi provo tanta rabbia mescolata a un dolore che non andrà mai via. Penso che nel nostro Paese spesso lavorare comporta sacrifici troppo alti rispetto a quello che si ottiene: Manuel rientrava a casa dopo mezzanotte, con i mezzi pubblici da Milano a Rozzano, perché una macchina non ce l’aveva ancora. Ma questo lo esponeva a pericoli”.

Lo racconta un’amica di Manuel, che chiede l’anonimato. “Cosa gli è successo? Chi gli ha fatto del male? Vorrei che si lavorasse per la sicurezza a Rozzano. Di notte, andare in giro fa davvero paura. Chi è costretto a farlo, rischia grosso. Capita anche di giorno di essere avvicinati da ’disperati’ che chiedono soldi con insistenza. Pure a Manuel capitava, me lo raccontava”. Il ritratto del giovane si ripropone anche nelle parole di un ex compagno di scuola: “Era timido veniva con me al liceo Calvino era un bravissimo ragazzo. Serio, educato e molto tranquillo. Non riesco a credere a queo che gli è successo. Sono sconvolto. Credo che questa sia una aggressione ad opera di un balordo, lui non aveva a che fare con storie strane”.

Altri amici sottolineano che “Manuel viveva per la sua fidanzata e per la sua famiglia. La sua ragazza è ligure, si vedevano ogni volta che ne avevano occasione e sognavano una vita insieme”. Un futuro cancellato per sempre. In lutto i colleghi del Carrefour in cui lavorava, in zona Maciachini. Gli unici che se la sentono di parlare sono i vigilanti in servizio nel parcheggio e all’interno del punto vendita: “Un gran lavoratore e un bravo ragazzo. Non creava problemi, anzi era sempre disponibile e non si lamentava mai di nulla”. I suoi orari non erano fissi, spiegano. “Ma lui arrivava spesso in anticipo e si prendeva il suo tempo prima di entrare. Si rilassava fumando o bevendo un’aranciata. Oggi è una giornata molto triste, Manuel non meritava di morire così”.

Dai ragazzi di Area 51, dove spesso vengono mandati ex detenuti per lavori socialmente utili, agli ex compagni di classe: per tutti Manuel Mastrapasqua era un bravo ragazzo, uno che lavorava e si faceva i fatti suoi. Mentre le indagini sull’omicidio seguono prevalentemetne la pista della rapina finita in tragedia, a Rozzano sale rabbia e incredulità per quel ragazzo che stava tornando a casa dal lavoro. “Se Rozzano è questa c’è un problema forte da affrontare, fino a quando sono i malavitosi ad ammazzarsi problemi loro. Ma Manuel stava tornando a casa dal lavoro. Lavorava fino tardi, spesso faceva turni che lo portavano a ritentare alle 2 di notte - racconta una compagna di classe dei tempi del Liceo. Frequentavano insieme il Calvino di Rozzano - Un bravo ragazzo che è stato aggredito e ucciso quando era a pochi passi da casa forse per una rapina, ma dove siamo?”. Domande che si pongono in molti a Rozzano.

Manuel era davvero un bravo ragazzo, nessun precedente penale: agli atti non risulta nulla, neanche una multa. Una sola denuncia per smarrimento dei documenti anni fa. Viveva con la mamma e il fratello. Ogni sera faceva lo stesso percorso: metro da Maciachini (dove lavorava) fino in Duomo e poi il tram 15, spesso l’ultima corsa e in 25-30 minuti era a casa. “Conosco la famiglia - racconta un inquilino di via Lillà - sono gente regolare. Quello che è accaduto è assurdo”.