MARIAROSA MAIOLI
Cronaca

Le Maradonne di Milano, un calcio ai pregiudizi. Il movimento femminile cresce ma quando c’è un avversario libero si grida ancora “uomo”

Non solo passione per il pallone ma anche attivismo e condivisione di valori. Nata nel 2020, la squadra affiliata Csi che si allena in via Corsico, sui Navigli, si è appropriata di uno sport a predominanza maschile. Quella partita mai giocata nel 1933...

Le calciatrici della squadra Maradonne che ha scelto come colori il fucsia e il blu (foto di Caterina Migliore)

Le calciatrici della squadra Maradonne che ha scelto come colori il fucsia e il blu (foto di Caterina Migliore)

È stata una partita in spiaggia, nell’estate del 2020, a far nascere le Maradonne. Dopo cinque anni dalla sua nascita, la squadra di calcio a sette femminile è l’esempio che passione e gioco possono veicolare l’inclusione, anche e soprattutto in uno spazio ancora a predominanza maschile. “Gli obiettivi sono gli stessi di allora: l’importante è condividere passione e valori senza farsi sopraffare da una competizione tossica”. Così Caterina Migliore, componente della squadra, ha definito lo spirito delle Maradonne, immutabile anche se le generazioni sono cambiate: “Anche chi non ha fatto parte della fondazione vive la squadra con la stessa indole”. "Tutto parte dalla scelta del nome: il rimando è a Maradona a cui abbiamo legato 'donne' per riappropriarci di un terreno esclusivamente maschile. Nel logo, sopra la M, c’è un’aureola a indicare la descralizzazione di un Dio come veniva visto il calciatore argentino, immagine di mascolinità tossica". “Il calcio”, ha continuato Migliore, “è legato a un concetto di competitività maschile e violenta ma noi vogliamo essere un’alternativa e diffondere un’idea di calcio sana. Non per forza solo femminile: spesso organizziamo tornei misti, come quello che si terrà il prossimo 16 marzo contro il razzismo”. Autogestite sì ma inserite nel campionato CSI grazie alla società Juvenilia a cui si sono affidate. L’allenamento è una volta alla settimana, nel campetto dell’oratorio di via Corsico, sui Navigli. Poi il terzo tempo, importante allo stesso modo dei palleggi: “È uno stile di vita – dice Migliore – per noi è importante l’allenamento come la birra perché siamo un gruppo di amiche e in momenti come questi condividiamo la nostra vita personale”. Tutto ciò emerge anche dalle manifestazioni organizzate o cui le Maradonne partecipano: “Abbiamo preso parte alla passeggiata arrabbiata insieme alle nostre colleghe delle squadre milanesi per affermare il diritto a vivere uno spazio urbano libero da discriminazioni e insicurezze”. Non solo: dalla nascita, le Maradonne partecipano al torneo Boccalini, in memoria delle sorelle fondatrici del calcio femminile. “La prima edizione del torneo è stata disputata tra due formazioni a undici con rappresentanti di varie squadre diverse, per giocare 'la partita che mai fu', quella annullata dal fascismo nel 1933 tra l’Alessandria e il Gruppo femminile calcistico (Gfc) delle sorelle lodigiane Boccalini”. Il calcio non è cosa da signorine, avevano riferito i collaboratori di Mussolini a Giovanna Boccalini, eppure questa frase, a distanza di quasi un secolo, è permeata a tal punto da arrivare fino ad oggi: “Alcune squadre contro cui gareggiamo hanno assorbito le abitudini del calcio maschile che non sono in linea ai nostri principi. Ogni tanto mi fanno passare la voglia di giocare però poi mi rendo conto del valore di ciò che facciamo”, ha raccontato Migliore. A Milano sono 1.789 atlete tesserate al CSI che giocano a calcio a sette, divise in 122 squadre. “I dati sono incoraggianti ma il problema persiste ed è culturale: quando si avvicina un’avversaria e chi tiene il pallone non se ne accorge, tante gridano ancora ‘uomo' come nelle partite maschili. La maggior parte degli allenatori sono uomini. Il nostro è un caso raro perché abbiamo avuto un'allenatrice femmina da quando è stata fondata la squadra: Betta ora è in gravidanza e sostituirla non è stato semplice. Abbiamo scelto un allenatore per mettere in pratica, sempre di più, una collaborazione inclusiva”. Anche nella scelta dei colori le Maradonne hanno unito i due mondi, in netto contrasto se si parla di pallone: “Le strisce fucsia e blu sono collegate da una striscetta d’oro perché le Maradonne sono preziose e hanno un valore raro”.