REDAZIONE MILANO

Caso Marcegaglia. Arriva l’accordo per i sette operai

Trasferimento o incentivi all’esodo

I lavoratori hanno deciso di scendere dal tetto dello stabilimento

Milano, 8 luglio 2015 - Caso Marcegaglia , c’è l’accordo. Stop alla protesta sul tetto della fabbrica in dismissione, i sette irriducibili di viale Sarca hanno accettato la proposta dell’azienda, migliorata rispetto alla versione iniziale grazie alla mediazione del prefetto Francesco Paolo Tronca. Si conclude così una vertenza andata avanti per più di un anno. Facciamo un passo indietro. A metà giugno del 2014, Fim e Uilm (non la Fiom) firmano l’intesa con la Marcegaglia Buildtech per garantire un futuro ai 165 dipendenti dello stabilimento in via di chiusura. Tre le possibilità offerte. La prima: trasferimento nella sede di Pozzolo Formigaro, paese dell’Alessandrino a un centinaio di chilometri da Milano, con bonus mensile di 250 euro. La seconda: esodo volontario con incentivi da 30mila euro. La terza: due anni di cassa integrazione, con possibilità di inserimento in uno degli stabilimenti più vicini (Boltiere, Corsico, Lainate o Lomagna) compatibilmente con le esigenze produttive. In sette rifiutano sia il trasferimento che la mobilità. Una ventina di giorni fa, arriva l’ultimatum: niente secondo anno in cassa (il Governo ha cambiato le regole), bisogna decidere subito se prendere la via di Pozzolo o andarsene.

La risposta dei lavoratori è disperata: in sei si barricano in azienda, tra tetto e carroponte, e ci restano una settimana (fino a ieri mattina), minacciando pure di lanciarsi nel vuoto alla comparsa ai cancelli delle camionette della polizia. Lunedì arriva l’apertura della Marcegaglia, disposta a posticipare il trasferimento a Pozzolo e a concedere l’incentivo all’esodo, seppur in misura inferiore rispetto a chi l’accordo l’ha firmato senza indugi. La clausola: interrompere l’occupazione. Dopo un lungo conciliabolo, i sei operai (più uno rimasto a casa per motivi di salute) decidono di desistere e di presentarsi alla riunione in Prefettura. Il vertice, iniziato alle 14 di ieri, va avanti per ore. Si tratta sui dettagli, si limano i numeri. Alla fine, sarà decisivo l’intervento di Tronca, che chiede (e ottiene) l’incremento dell’incentivo messo sul piatto da Marcegaglia da 15mila a 29mila euro. Solo mille euro in meno rispetto a quello accordato ai dipendenti andati via un anno fa. Chi vorrà essere accompagnato all’uscita dovrà comunicarlo entro il 7 agosto; chi, invece, deciderà di accettare Pozzolo inizierà a lavorarci dal 25 agosto, con possibilità di utilizzare i mezzi messi a disposizione dall’azienda in base alle necessità.

"Siamo arrivati alla conclusione di una delicata trattativa che ha visto la concorde convergenza di tutte le parti – sottolinea il numero uno di corso Monforte –. La Prefettura ribadisce la disponibilità di un tavolo di dialogo e confronto sempre aperto per la composizione di ogni tipo di conflitto". Positivo il commento di Giuseppe Mansolillo, segretario generale Fim Cisl Milano: «Abbiamo trovato un accordo che consente ai lavoratori di dare continuità aziendale e di tutelarne i diritti e la dignità». Chiude Guido Trefiletti della Cub: "Non siamo completamente soddisfatti, ma si tratta di un’intesa che quantomeno parifica i sette operai agli altri colleghi che hanno accettato il trasferimento o l’esodo nel 2014".