La quinta sezione della corte penale d'appello di Milano dovrà decidere nel merito delle risposte fornite dalla giustizia ungherese sulle condizioni del carcere a cui sarebbe destinato Gabriele Marchesi, accusato di lesioni aggravate potenzialmente letali nei confronti di due neonazisti a Budapest tra il 9 e l'11 febbraio 2023 in occasione del Giorno dell’onore (in cui i gruppi di estrema destra celebrano la “resistenza” dei nazisti tedeschi e ungheresi all’Armata Rossa).
Si tratta del medesimo pestaggio per il quale è a processo in Ungheria la 39enne brianzola Ilaria Salis. Il 23enne attualmente si trova agli arresti domiciliari. Per la Procura generale di Milano le risposte sulle condizioni carcerarie dell’Ungheria non sono sufficienti a escludere un trattamento disumano in carcere e c'è sproporzione fra l'accusa di lesioni, i due feriti hanno avuto una prognosi di 5 giorni, e la pena massima ipotizzata di 16 anni.
La procura generale, come già anticipato, chiede che non venga consegnato. L'avvocato Eugenio Losco, che insieme al collega Mauro Straini difende Gabriele Marchesi. sottolinea che il documento contenente le richieste formulate alla giustizia ungherese non ha avuto risposte nei quesiti fondamentali e in alcuni casi le risposte sono state sprezzanti come quella in cui la giustizia di Budapest non ritiene necessario indicare in quale carcere verrebbe rinchiuso Marchesi in caso di estradizione. Inoltre non è stata formulata una risposta nel merito sulle regole del "giusto processo". I legali chiedono che Marchresi non venga consegnato. Alle 14 la decisione.
La Corte deciderà sulla consegna o meno di Marchesi all'Ungheria, non nel merito delle accuse. A questo punto ci sono due alternative. Se la giudice Monica Fagnoni decide di non consegnare, Marchesi resta in Italia e torna persona libera Se decide per la consegna gli avvocati Losco e Straini hanno 5 giorni di tempo per presentare il ricorso in Cassazione. In questo caso Marchesi resta ai domiciliari a Milano fino all'esito della cassazione