MILANO
L’edificio del Marchiondi, l’ex riformatorio costruito negli anni ’50 e in abbandono da 40 anni (nella foto), avrà una nuova vita. Ma quale sarà il destino del Centro diurno disabili, affacciato su via Noale? Se lo domandano le famiglie degli utenti. La presidente del Municipio 7 Silvia Fossati, di centro sinistra, ritiene l’intervento di recupero di tutto il complesso "un passo fondamentale per il nostro territorio e per tutta la città. Un’area degradata e insicura diventerà una risorsa per Milano. La ristrutturazione dello spazio rischia però di sfrattare il Centro diurno disabili di Noale. Si tratta di un servizio totalmente comunale che si prende cura delle disabilità, anche gravi, con 21 utenti". Che fare? Una prima ipotesi, "che si vuole superare", si legge in una nota, prevede la suddivisione dell’utenza su altri centri pubblici e privati. "Questo certo salverebbe l’erogazione del servizio ma interromperebbe relazioni educative e legami personali", dichiara Roberta Lamberto, assessora al Welfare di Municipio7. "Insieme al Comune abbiamo avviato una ricerca di spazi vicini al Marchiondi che possano ospitare questo servizio. Abbiamo un anno di tempo affinché ciò non accada, e tutte le Direzioni del Comune sono al lavoro, siamo fiduciosi". Interviene anche Davide Varrà di Azione, primo firmatario di una mozione sottoscritta da tutta la maggioranza in Consiglio di Municipio che chiede al Comune di impegnarsi affinché si trovi una soluzione alternativa che consenta al centro di rimanere funzionante all’interno del Municipio 7: "Questo progetto rappresenta una sfida complessa ma chiediamo un impegno congiunto del Municipio 7 e del Comune".
L’assessorato al Welfare assicura che il servizio resterà. "La ristrutturazione del Marchiondi – risponde al Giorno – è una grande opportunità per la città e, soprattutto, per il quartiere. Stiamo lavorando per trovare una soluzione adeguata per il servizio del Cdd Noale, la cui prosecuzione per gli utenti attualmente in carico non è mai stata messa in discussione. Abbiamo un anno di tempo e, coinvolgendo i familiari, intendiamo individuare un’alternativa che riduca al minimo i disagi". Per il Marchiondi è previsto il recupero strutturale e architettonico, insieme all’apertura di una residenza universitaria che offrirà 168 posti letto, spazi formativi, culturali e ricreativi aperti anche ai residenti del quartiere, oltre a un parco. Un progetto colossale, finanziato con fondi del Pnrr.
M.V.