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Marco Carta assolto anche in appello "Non rubò le maglie alla Rinascente"

In primo grado era stata condannata Fabiana Muscas che si era accollata la responsabilità. La 53enne era con il cantante a fare shopping: la procura generale aveva chiesto otto mesi

Assolto anche in secondo grado. Il cantante, idolo dei giovanissimi, Marco Carta per i giudici non rubò mai le ormai famigerate sei magliette alla Rinascente. La sentenza conferma quella del Tribunale di un anno fa. In primo grado condannata invece l’amica, infermiera sarda, che era con lui quel pomeriggio a fare shopping e aveva la merce nascosta nella borsa.

Per le motivazioni serviranno 60 giorni. "Sono felicissimo - ha commentato il cantante, ex vincitore di Amici, che non era presente in aula - al telefono con il suo avvocato Ciro Giordano. "Sei un grande", ha detto al suo legale. Ad assumersi tutta la responsabilità del furto è stata invece l’amica 54enne Fabiana Muscas. "Volevo fargli un regalo di compleanno", aveva raccontato la donna, che nel frattempo è stata ammessa all’istituto di messa alla prova svolgendo lavori di pubblica utilità per un anno in una sede Caritas di Cagliari, sua città d’origine.

I fatti. La sera del 31 maggio dell’anno scorso, Carta e Muscas avevano fatto shopping in occasione del "Black friday" (il 35enne ha effettivamente acquistato dei costumi di bagno) ma, all’uscita, la placca flessibile all’interno delle t-shirt, a cui era stato tolto l’antitaccheggio, ha attivato l’impianto di sicurezza. Nel processo per direttissima il giudice Stefano Caramellino - lo stesso che lo ha assolto - non ha convalidato l’arresto di Carta, ma solo quello della donna, trovata in possesso della refurtiva. Lo stesso giudice, nelle motivazioni della sentenza d’assoluzione, aveva definito "insufficiente e contraddittoria" la prova fornita dall’accusa.

Il pm Nicola Rossato, da sempre convinto della colpevolezza del cantante, ha impugnato la sentenza. Anche la Procura Generale, con il sostituto pg Celestina Gravina, ieri mattina ha chiesto una condanna a 8 mesi di carcere. Richiesta che non è stata accolta dalla Corte. "Quello di oggi è un risultato - ha commentato Simone Ciro Giordano, l’avvocato di Carta - che conferma quanto già ampiamente dichiarato da Carta fin dalle prime battute di questa spiacevole vicenda.

Lo abbiamo sempre affermato e con la sentenza di rigetto dell’appello proposto dal pubblico ministero abbiamo avuto l’ennesima conferma da parte della autorità giudiziaria".

E ancora: "Ritengo che la questione possa essere definitivamente archiviata anche se il dolore, la tristezza, e il danno di immagine che il cantante ha subito durante questo periodo - conclude il legale - non potrà essere ripagato in alcun modo".

Le motivazioni saranno depositate entro 60 giorni.

Anna Giorgi

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