
Martina Levato (Fotogramma)
Milano, 14 agosto 2015 - Il termine ultimo della gravidanza di Martina Levato, la studentessa della Bocconi condannata a 14 anni di carcere per aver sfregiato il suo ex Pietro Barbini e sotto processo per altri episodi, è arrivato. La nascita del bambino che porta in grembo è attesa entro le prime ore della mattinata di domani, giorno di Ferragosto, nella clinica Mangiagalli di Milano.
Da fonti ospedaliere si apprende infatti che è iniziata la fase parto con una leggera induzione. Marina Levato era stata portata ieri nella clinica milanese dal carcere di San Vittore su disposizione del pm titolare delle indagini Marcello Musso. la giovane donna si trova in una camera doppia uso singola ed è piantonata da poliziotti in borghese. Dopo il parto, la giovane sarà trasferita all'Icam, l'Istituto di custodia attenuata per le madri detenute: una struttura senza sbarre alla finestre, monitorata da guardie sprovviste di divisa e dotata di asilo nido interno.
Toccherà poi al Tribunale per i Minorenni pronunciare l'ultima parola sulla sorte del piccolo che Martina ha avuto dalla relazione con Alexander Boettcher, il broker tedesco condannato insieme a lei a 14 anni per la stessa aggressione. Tre le opzioni sul tavolo dei giudici di Via Leopardi: lasciare il piccolo insieme alla madre all'interno dell'Icam, affidarlo ai nonni oppure farlo adottare da una famiglia estranea. Sulla loro decisione peserà il nuovo processo in abbreviato che Martina dovrà affontare a partire dal 18 settembre insieme ad Andrea Magnani, il bancario considerato dagli inquirenti il presunto complice della cosiddetta "coppia diabolica". Un procedimento parallelo ma diverso rispetto a quello che vede imputato il suo amante Alex, che ha scelto la strada del rito ordinario. A tutti e tre sono contestate altre due aggressioni con l'acido: quella del 2 novembre scorso, quando a restare sfregiato per uno scambio di persona fu lo studente Stefano Savi, e quella del 15 novembre successivo, quando la vittima, il fotografo Giuliano Carparelli, riuscì a salvarsi proteggendosiì con un ombrello dal liquido corrosivo che gli era stato scagliato addosso. Questa volta l'accusa, per tutti, è di associazione a delinquere. Martina e Alex, insomma, rischiano un'altra pesante condanna che andrebbe ad sommarsi ai 14 anni già disposti a loro carico. Difficile che i giudici del Tribunale dei Minori non ne tengano conto al momento di esprimersi sulla sorte del bambino che sta per nascere.