SIMONA BALLATORE
Cronaca

“Io, ragazza col velo alla scuola cattolica”. La storia di Maryam, prima musulmana del liceo classico Faes di Milano

"Qui mi sento accolta”, dice la 14enne. E l’ora di religione non è un tabù. La madre: “Non prega, ma ascoltare tutti fa crescere. Il classico apre al futuro”

Maryam, 14 anni, insieme alle sue compagne del liceo classico Faes, di via Fratelli Fossati, in zona Città Studi

Maryam, 14 anni, insieme alle sue compagne del liceo classico Faes, di via Fratelli Fossati, in zona Città Studi

Milano – “Mi incuriosisce conoscere anche la religione degli altri e qui mi sento accolta da tutti: per nessuno è un problema il fatto che io porti il velo in classe”. Maryam, 14 anni, è musulmana e frequenta il primo anno del liceo classico Faes, scuola di matrice cattolica, ispirata agli insegnamenti di San Josemarìa Escrivà. È nata a Milano da papà egiziano e mamma italiana. “Anche per suo fratello gemello abbiamo scelto una scuola cattolica, frequenta le Preziosine: per me non è un problema. Ho studiato anch’io dalle suore e sono contenta della scelta fatta per i miei figli”, racconta Maria Pennisi, imprenditrice, che è arrivata a Milano quando aveva 21 anni dalla Sicilia e che adesso di anni ne ha 56. “Ormai posso dire di essere milanese a tutti gli effetti”, sorride. Qui si è convertita all’Islam, in età adulta, e ha deciso di restare e di fare crescere la sua famiglia.

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Maryam con mamma Maria

I bimbi hanno frequentato per i primi cinque anni una scuola araba, per imparare la lingua, e successivamente le medie pubbliche, alla Quintino Di Vona. Poi la scelta del liceo Faes per Maryam. “All’open day mi erano subito piaciuti gli spazi e l’organizzazione, non avevo neppure pensato al tema della religione – spiega la studentessa –. Una volta entrata a scuola ho avuto la conferma: non avrei proprio dovuto farmene di problemi perché non ce n’erano: sono stati tutti carini, sia insegnanti che compagni. A nessuno importava del velo”. C’è l’ora di religione però e non esiste l’attività alternativa, prevista nella scuola pubblica. Si è trovata la quadra anche per quello: “Possiamo partecipare e sentire, ma non pregare e nessuno obbliga a farlo – spiega la mamma –. Lo abbiamo subito chiarito al momento dell’iscrizione ed è una decisione che va nel rispetto sia nostro che della scuola. Per me è importante anche che Maryam segua quell’ora: fa crescere e i nostri figli devono crescere”.

Al Faes hanno introdotto il sistema del “tutoring“ sin dalla nascita della scuola, nel 1974, mezzo secolo fa: ogni studente ha un tutor personale che lo segue in tutti gli aspetti e fa da raccordo con la famiglia, non solo quindi in termini di profitto scolastico e sulle singole materie, ma è presente anche se ci sono momenti di sconforto, di ansia e c’è bisogno di un confronto. “La mia tutor si è assicurata già dal primo colloquio che tutto andasse bene anche sul fronte della religione”, sottolinea la studentessa, che ha scelto il liceo classico, che scava nelle origini della cultura e della filosofia occidentale. “È un indirizzo che apre tante porte: da grande potrà scegliere se fare l’avvocato, la commercialista, il medico – sottolinea la mamma –. Maryam ha molta fantasia, sin da piccola le è sempre piaciuto inventare storie, le piace scrivere. Era l’indirizzo che più faceva al caso suo. Mi è piaciuto molto anche il rapporto che si è creato con i compagni di scuola”.

Maryam pratica nuoto e ama leggere, soprattutto fantasy alla “Harry Potter“ e thriller. Non è l’unica ragazza col velo: un’altra compagna di religione musulmana ha condiviso la stessa scelta e allo scientifico c’è un ragazzo di fede buddista: “Mi ha aiutato sapere di non essere sola in questo nuovo percorso – ammette Maryam – ma anche tutti gli altri compagni sono stati davvero accoglienti da subito”. C’è attenzione anche al momento dei pasti. “I miei figli rispettano il Ramadan, ma non digiunano nei giorni di scuola, perché devono avere le energie per studiare, non sono mai stati obbligati a farlo”, racconta ancora la mamma.

In un periodo in cui si riaccendono le solite polemiche sui presepi a scuola - oltre al dibattito ciclico sul crocifisso in aula - tra le classi di via Fratelli Fossati il rispetto delle diverse culture passa oltre e sembra tutto così semplice, naturale: “In una scuola paritaria, che mette il cristianesimo alla base di tutto quello che fa, e di come lo fa, l’attenzione a ogni singolo studente è al centro – sottolineano dal Faes – come il profondo rispetto nei confronti delle persone e delle loro scelte”.